È uno di quegli argomenti che moltissime mamme in attesa vorrebbero
affrontare con il loro ginecologo, ma spesso si sentono imbarazzate.
Così, restano i dubbi: si può fare l’amore in gravidanza? Il coito può
danneggiare il bebè? È normale sentirsi frenate o, al contrario, più
disponibili all’intimità? Domande molto comuni, ecco le risposte.
Si possono avere rapporti in gravidanza?
Se tutto procede bene e la coppia lo desidera, nulla vieta di avere
rapporti anche sino alla fine dell’attesa. Anzi, se la gravidanza è
giunta al termine e il travaglio non si avvia, di solito si consiglia di
fare l’amore, perché le prostaglandine, presenti nel liquido seminale,
possono aiutare a dare il via alle contrazioni.
In quali casi, invece, bisogna rinunciare?
Quando sono presenti fattori di rischio. Per esempio, se ci sono perdite di sangue o contrazioni uterine che fanno temere una minaccia d’aborto
nella prima parte della gravidanza o un parto prematuro dalla 24a
settimana in poi. In tale evenienza, il medico avverte espressamente la
donna di stare a riposo, evitare sforzi, non fare attività fisica e
interrompere i rapporti sessuali. Questo per due motivi: da una parte,
il coito provoca una lieve sollecitazione del collo uterino che, in caso
di minaccia d’aborto, è bene evitare; inoltre, il liquido seminale
contiene prostaglandine che favoriscono le contrazioni. Si tratta di una
quantità esigua, che in una gravidanza che procede normalmente non
causa alcuna conseguenza, ma se ci sono problemi è meglio non rischiare.
Alcune patologie, poi, richiedono l’astinenza sessuale solo se possono
essere messe in relazione con un aborto o un parto prematuro, ma sarà il
ginecologo a dirlo: un diabete gestazionale, ad esempio, è una malattia seria, ma non impedisce di avere rapporti.
E in caso di amniocentesi e villocentesi?
Questi esami provocano un rischio, sia pure minimo, di aborto spontaneo:
per questo si raccomanda di non avere rapporti per circa 48 ore. Poi,
tutto torna alla normalità.
C’è il rischio di far male al bebè?
È uno dei principali timori della coppia, ma è del tutto infondato. Il bambino è immerso nel liquido amniotico,
ben custodito e protetto all’interno dell’utero, quindi non c’è il
rischio schiacciarlo. Certo, via via che la gravidanza procede diventa
impossibile assumere la posizione classica (lui sopra, lei sotto), ma a
volte questa è l’occasione per scoprire posizioni nuove.
E’ vero che durante l’attesa il desiderio aumenta?
Nel corso dei nove mesi la produzione degli ormoni estrogeni aumenta
progressivamente. In più, si verifica una maggiore vasocongestione a
livello vaginale e tutti questi fattori agiscono positivamente sul
desiderio sessuale.
Inoltre, il più delle volte la donna si sente bene nel suo nuovo stato e
si vede piacevole e femminile. Non per niente, rispetto al passato il
pancione si “porta” con molta più disinvoltura e si espone volentieri.
Anche in gravidanza, insomma, si ha voglia di essere riconosciute come
donne e di vivere il proprio spazio come amanti. E questo soprattutto
nel secondo trimestre, quando il corpo si è ormai
abituato alle modificazioni della gravidanza, la donna si sente meglio e
il pancione non è ancora tanto ingombrante. C’è poi un altro aspetto
che, da un punto di vista psicologico, può influire positivamente:
durante l’attesa si possono avere rapporti sessuali in libertà, senza
dover usare un anticoncezionale per non restare incinte! Infine, il
fatto di condurre ritmi di vita di solito più rilassati fa sentire bene
con se stesse: spesso, infatti, stress e stanchezza spengono il
desiderio.
Che fare se lui si sente inibito?
Ci sono uomini che continuano a vedere le loro donne belle e
affascinanti anche col pancione, altri che, pur rimanendo affezionati
alla compagna, si sentono inibiti di fronte alle trasformazioni del loro
corpo, provano preoccupazione, imbarazzo, paura di danneggiare o
disturbare il bambino perché se lo immaginano “proprio lì”. Ma il vero
ostacolo è di tipo mentale ed è legato al tabù che vede la maternità
come un fatto sacro. Come comportarsi in questi casi?
Provando a richiamare con dolcezza il partner, rassicurandolo e
coinvolgendolo di più nell’attesa. E cercando di trovare una nuova
intesa, un nuovo modo di vivere l’intimità.
E se proprio non se ne ha voglia?
Se, nonostante le rassicurazioni del medico, non ci si sente a proprio
agio ad avere rapporti completi, l’importante è mantenere altre forme di
contatto intimo, come il massaggio, il bacio profondo, il petting, che
facciano ricordare che, pur aspettando un bimbo, si è comunque e sempre
una coppia.
Dopo il parto, quanto tempo si deve aspettare?
In genere si sconsigliano i rapporti per i primi 40 giorni.
A volte vengono messi dei punti di sutura, che potrebbero rendere la
penetrazione dolorosa. Inoltre, nei giorni successivi al parto il coito
potrebbe favorire l’insorgenza di infezioni.
Nei primi periodi dell’allattamento, poi, è facile che ci sia una diminuzione del desiderio sessuale.
A parte i cambiamenti ormonali caratteristici del post-parto, la
neomamma è di solito talmente assorbita dal bambino, che potrebbe essere
meno disponibile per altri contatti ravvicinati. Anche perché dedicarsi
24 ore su 24 al bebè è un impegno nuovo che richiede molte energie e
non lascia molto spazio ad altre attività! All’inizio prendiamoci pure
tutto il tempo che ci occorre, ma piano piano cerchiamo di recuperare
gli spazi di coppia.
http://www.dolceattesa.rcs.it/
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