Fin dal tempo dell’antica Roma l’anello
era il pegno d’amore che il fidanzato donava alla propria amata. Allora
esso non era di nobile metallo, nondimeno era portatore di quella
promessa che suggellava un impegno per la vita: il matrimonio.
L’anello
viene portato all’anulare sinistro poiché già nell’antica liturgia
cattolica il celebrante delle nozze, dopo aver toccao le prime tre dita
della mano sinistra, diceva: “Nel nome del Padre, del Figlio e dello
Spirito Santo…” e arrivava al quarto dito: l’anulare.
Inoltre la
tradizione romantica tramanda fino ai giorni nostri che l’anello si
indossa all’anulare sinistro perché proprio da lì passa la vena che
arriva al cuore.
La storia ci informa che la tradizione dell’anello
di fidanzamento fu importata dall’Egitto, questa come tante altre è
arrivata a noi attraverso il Mar Mediterraneo, contenitore e veicolo di
storie e di leggende.
Fino al 1400 raramente l’anello fu di oro, più
spesso era di un qualsiasi metallo, ma da allora in poi chi poteva
impreziosire il semplice cerchietto d’oro lo arricchiva di una
luminosissima gemma: il diamante, che irradiò col suo splendore la mano
delle giovani promesse e divenne l’anello di fidanzamento così come si
intende ai giorni nostri.
Il diamante è il segno della perseveranza e
sottolinea l’unione duratura negli anni. L’anello di fidanzamento più
classico è il solitario, ossia un unico diamante incastonato
preferibilmente in oro bianco o in platino affinché la gemma sostenuta
da questi nobili metalli si possa manifestare in tutto il suo splendore.
Non è importante la grandezza della gemma ma la sua qualità, può essere
di venti punti, di trenta, di cinquanta punti, si può parlare di uno o
più carati, ciò che è estremamente importante è il colore: il diamante
deve essere una gemma bianca, cioè volgendosi alla luce naturale essa
non deve avere riflessi gialli. Il taglio della gemma deve rasentare la
perfezione: tutte le sfaccettature devono avere delle proporzioni tali
da avvicinarsi al taglio di diamante perfetto.
L’anello di
fidanzamento ai giorni nostri viene regalato dal fidanzato in qualsiasi
momento della storia d’amore, ma un tempo non era così. La mia Sicilia,
ad esmpio, tramanda racconti che oggi farebbero sorridere: quando non
erano le famiglie a scegliere il futuro consorte, il fidanzato, dopo un
lungo corteggiamento, incaricava una persona di fiducia, uno zio o un
parente autorevole, che recandosi dalla famiglia della ragazza metteva
la così detta “buona parola” per il fidanzamento in casa. Se i genitori
della ragazza si dimostravano disponibili allora il fidanzato si recava a
casa della futura sposa con la propria famiglia al seguito e con
l’anello di fidanzamento. Questo poteva essere acquistato o poteva
essere un gioiello di famiglia tramandato da generazioni.
La
tradizione del fidanzamento “in casa” si è evoluta anche in Sicilia,
oggi la coppia dei fidanzati decide in piena autonomia, mentre la
tradizione dell’anello di fidanzamento continua a conservare le sue
caratteristiche e il suo valore.
Oltre che un solitario l’anello può
incastonare anche una pietra colorata, un rubino, uno smeraldo o uno
zaffiro contornato da diamanti che ne esaltano la bellezza. L’anello può
essere anche una vera che incastona tanti diamanti che si rincorrono
l’un l’altro.
Mi sono soffermata sulla denominazione “diamante”
perché questa non specifica la forma, bensì la pietra naturale così come
si estrae dalla miniera. La forma quadrata del diamante prende il nome
di carré, la forma rettangolare prende il nome di baguette, la forma
tonda prende il nome di brillante e ciò perché tutte le sue
sfaccettature fanno sì che la luce entrando in ognuna di loro ne
fuoriesca facendo brillare in modo unico la gemma.
Se la gemma è
bianca, pulita (cioè senza imperfezioni all’interno che disturbino il
movimento della luce), e se ha anche un buon taglio, anche un piccolo
diamante, purchè regalato con sentimento, può diventare il più prezioso
degli anelli.
Quando desiderate acquistare una gemma, recatevi da un
negoziante di fiducia, perché la garanzia non basta a dimostrare nel
tempo la qualità.
lenozzemagazine.it
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