Inferno è il sesto romanzo thriller dello scrittore Dan Brown,
pubblicato il 14 maggio 2013 in contemporanea in quasi tutto il mondo.
È il quarto romanzo che ha per protagonista il professore Robert Langdon.
Trama:
Il
romanzo si apre con una misteriosa figura chiamata l'Ombra che, per
fuggire a dei misteriosi inseguitori si getta dal campanile della Badia
Fiorentina.
A Firenze:
Sei giorni dopo, il professor Robert
Langdon si sveglia in un ospedale di Firenze con una ferita alla testa e
una seria amnesia che gli impedisce di ricordare i giorni precedenti; a
complicare il tutto ci sono delle visioni indecifrabili. All'ospedale
viene accudito dal dottor Marconi e dalla dottoressa Sienna Brooks, che
gli spiega come la sera precedente sia arrivato all'ospedale in stato di
semi-incoscienza; l'amnesia sarebbe dovuta ad uno sparo destinato a
lui, ma che l'avrebbe colpito solo di striscio sulla testa.
Improvvisamente irrompe Vayentha, una killer che ammazza il dottor
Marconi e sembra intenzionata a uccidere anche Langdon, che si salva
solo fuggendo precipitosamente grazie all'aiuto di Sienna.
Nell'appartamento
di quest'ultima, Langdon si rende conto che nella sua giacca è stata
nascosta una capsula al titanio per materiale biologico contenente
qualcosa di molto prezioso e programmata per essere aperta da lui solo;
il professore decide allora di rivolgersi al Consolato USA, dando però
un indirizzo falso per rispetto della privacy di Sienna. Quando invece
dell'aiuto richiesto vede arrivare Vayentha, Langdon comprende di essere
nel mirino del suo stesso governo, e che l'unica opportunità di
salvezza sta nel riottenere le memorie dei due giorni precedenti,
partendo forse dal contenuto della capsula di cui è in possesso. Al suo
interno si trova un cilindro medievale di osso, usato per comporre delle
stampe, all'interno del quale è stato inserito un proiettore ad alta
tecnologia. L'immagine che esso proietta è la Mappa dell'Inferno
dantesco di Sandro Botticelli. Improvvisamente un gruppo di soldati
irrompe a casa di Sienna, e i due riescono a scappare per un soffio.
Langdon
comprende che la sua ricerca iniziata giorni prima e della quale non si
ricorda nulla ha a che fare con Dante Alighieri, così si dirigono verso
il centro storico di Firenze. Arrivato in trike nel piazzale di Porta
Romana, scoprono che la polizia locale ha messo su un enorme posto di
blocco, interrogando chiunque e mostrando alle persone le foto di loro
due fuggitivi. Grazie alla padronanza di Sienna della lingua italiana, i
due riescono a camuffarsi tra gli studenti del vicino Istituto Statale
d'Arte, dove ottengono anche una dritta su come entrare nel giardino di
Boboli scavalcando il muro di recinzione che lo separa dal parco
dell'istituto. Nel frattempo il professore si rende conto che la mappa è
stata modificata con un anagramma delle parole "CERCA TROVA", in
riferimento al dipinto di Giorgio Vasari la Battaglia di Marciano, che
si trova nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio. Sempre più
braccati dai militari, che li scovano grazie a un drone telecomandato, e
da Vayentha (ormai disconosciuta dalla missione per i suoi errori, ma
desiderosa di riscattarsi acciuffandoli per prima), Sienna e Langdon
riescono a nascondersi nella Grotta del Buontalenti e ad arrivare a
palazzo Vecchio percorrendo il corridoio Vasariano.
Entrata della Grotta del Buontalenti. A sinistra corre il Corridoio Vasariano
A
Palazzo Vecchio i due incontrano Marta Alvarez, la direttrice del
museo, che sembra conoscere molto bene Langdon, mentre lui la ignora
completamente. Lei gli racconta che la sera prima lui stesso si sarebbe
recato nel museo con Ignazio Busoni detto "il Duomino", direttore del
Museo dell'Opera del Duomo, per esaminare la maschera mortuaria di Dante
Alighieri. In un tentativo di ripercorrere i suoi passi per ricordare
tutto, Langdon chiede di rivederla, ma essa è misteriosamente scomparsa.
Per trovare il responsabile del furto, i tre esaminano allora i nastri
di videosorveglianza, nei quali si vede chiaramente che a rubare la
maschera sono stati proprio... Langdon e il Duomino! Proprio mentre il
servizio di sicurezza di Palazzo Vecchio inizia a rivoltarsi contro
Langdon e Sienna, la segretaria del Duomino chiama quest'ultimo e gli
riferisce che l'uomo è morto la sera prima, e tra le sue ultime parole
avrebbe lasciato, espressamente per Langdon, una frase che contiene, tra
l'altro, l'espressione "Paradiso venticinque".
Inseguiti ora da
Vayentha, dal Governo USA e dalla security di Palazzo Vecchio, Langdon e
Sienna riescono a fuggire tramite un passaggio segreto nella sala del
Mappamondo, che Langdon aveva visitato in una visita guidata anni prima
al palazzo, per arrivare, attraversando alcuni ambiente, alla zona delle
capriate che reggono il famoso soffitto sospeso del Salone dei
Cinquecento, dove hanno un confronto con Vayentha che, spinta da Sienna,
cade nel vuoto e muore. Riescono poi ad uscire dal palazzo tramite la
scalinata e la porta del Duca di Atene.
Il riferimento al "Paradiso
venticinque" è probabilmente legato al venticinquesimo canto del
Paradiso di Dante e i due, camuffati, si aggirano per Firenze in cerca
di una copia della Divina Commedia. Seguiti da un misterioso uomo in
giacca e cravatta, affetto da pustole urticanti che sembrano aggravarsi
via via che il tempo passa, i due approdano prima al museo della Casa di
Dante, dove speravano di trovare il celebre poema nel bookshop, ma
scoprono che è chiusa; nella chiesa di Beatrice poi, dove riescono a
consultare internet da un iPhone di una turista inglese. Nelle prime
terzine del canto si trova un preciso riferimento al battistero di San
Giovanni, dove i due si recano per adempiere all'ultimo messaggio del
"Duomino".
Entrati con uno stratagemma attraverso la Porta del
Paradiso, lasciata appositamente aperta per loro da Busoni, prima
dell'apertura ai visitatori, trovano la maschera di Dante. Sul retro di
essa è stato scritto un singolare indovinello; Sienna ipotizza che a
farlo sia stato Bertrand Zobrist, un celebre genetista che è il
possessore putativo della maschera. Nel frattempo, un uomo di nome
Johnathan Ferris, l'uomo delle pustole, li raggiunge e li aiuta a
eludere i loro inseguitori; egli rivela poi a Langdon di lavorare per
l'Organizzazione Mondiale della Sanità, che sarebbe poi il mandante
della sua missione a Firenze.
A Venezia:
L'indovinello
sembra portare a Venezia, sulla tomba del doge Enrico Dandolo; il
terzetto si reca lì, ma mentre stanno esplorando la Basilica di San
Marco, Ferris sviene e sembra manifestare i sintomi di una pestilenza.
Nella confusione che segue, Langdon viene catturato dai soldati e Sienna
riesce a scappare.
A questo punto Langdon viene condotto da
Elizabeth Sinskey, donna che in precedenza aveva visto nelle sue
visioni, che finalmente fa luce su ciò che era successo nei giorni
precedenti: Zobrist era uno scienziato pazzo e un fanatico dantista che
aveva creato un virus letale simile alla Peste Nera che avrebbe potuto
risolvere il problema della sovrappopolazione mondiale; era però morto
(lui era l'Ombra all'inzio della vicenda) lasciando degli indizi
correlati alla Divina Commedia che avrebbero potuto condurre al posto
dove il virus è nascosto, prima che l'involucro biosolubile in cui è
contenuto si potesse aprire. Il professore era effettivamente stato
incaricato dalla OMS di risolvere gli enigmi lasciati da Zobrist, ma
dopo l'esame della Maschera era scomparso nel nulla. L'OMS temeva che
Langdon avesse tradito il suo Governo, in realtà era entrato in gioco il
Consortium, un'organizzazione esperta nel manipolare la realtà a cui
Zobrist si era rivolto per proteggere il virus. Langdon era stato
catturato da loro e la sua memoria era stata cancellata grazie a un
particolare farmaco, poi gli avevano fatto credere di essersi messo
contro il suo stesso Governo: Sienna, Ferris (che interpretava anche
Marconi) e Vayentha erano agenti del Consortium, e Langdon non era mai
stato davvero in pericolo, poiché i soldati erano agenti dell'OMS che lo
cercavano non per ucciderlo, ma per fargli riprendere la missione. Il
Consortium però si era reso conto che proteggere i piani di Zobrist
avrebbe significato provocare un immane disastro, così si era alleato
con la OMS; inoltre era divenuto chiaro che Sienna era in realtà l'ex
amante e collega di Zobrist, e aveva smesso di seguire gli ordini del
Consortium per arrivare prima al virus e, probabilmente, accelerare la
sua diffusione.
A Instambul:
Langdon a questo punto accetta
di portare a termine la missione. L'indovinello di Zobrist non portava
in realtà a Venezia ma a Istanbul, nell'Hagia Sophia, poiché Dandolo era
stato sepolto là. Il luogo dove Zobrist aveva nascosto la sacca del
virus era la Cisterna sotto la moschea, ma quando arrivano trovano la
sacca già disciolta e il virus già in circolo. Robert insegue una
rediviva Sienna, che però rivela l'amara verità: Zobrist non aveva
creato un virus pestilenziale, ma un vettore virale in grado di cambiare
il DNA della popolazione mondiale e renderne sterile un terzo. Sienna
in realtà stava cercando di distruggere il virus perché non si fidava
dei piani della OMS, temendo loro potessero usare il virus per scopi di
bioterrorismo; ma non aveva messo in conto che tutto il piano del suo ex
amante fosse un bluff, e che il virus fosse già in circolazione da
giorni.
Il capo del Consortium viene arrestato mentre tenta di
fuggire, e viene sottointeso che l'organizzazione verrà soppressa.
Sienna invece riceve l'amnistia da Elizabeth Sinskey, che la invita a
lavorare con l'OMS per arginare gli effetti del virus. Il virus non ha
però cure, e anche la modifica del genoma umano sarà sempre rischiosa.
Con l'umanità inconsapevolmente entrata in una nuova era, Langdon torna a
Firenze per riposizionare la Maschera di Dante al suo posto, quindi
torna a casa con la speranza di un futuro migliore.
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