Milano, 16 gennaio 2013 - “Lilì, lilò, damm j legn de fà el falò”. Quella
che si appresta a vivere Milano sarà una sorta di settimana dei Falò di
Sant’Antonio che, dall’Ovest all’Est, rischiareranno le notti nella
campagna milanese.
Sì, perché il Comune di Milano, capitale industriale prima e del
terziario avanzato poi, ha una presenza agricola di tutto rispetto, con
circa il 17% del suolo coltivato, potendosi così fregiare del titolo di
2° Comune agricolo d’Italia … "anche se i milanesi sembrano non saperlo –
afferma Walter Cherubini, portavoce di Consulta Periferie Milano – come
evidenziato da una nostra indagine: la maggioranza degli intervistati
appariva addirittura sorpresa che possa essere posto il tema
dell’agricoltura a Milano e ciò a prescindere dall’età, dalla
professione svolta o dal titolo di studio".
Così, proprio per affermare e far conoscere la realtà agricola milanese, ormai da qualche lustro ha ripreso sempre maggiore consistenza la tradizione dei falò, grazie all’iniziativa sia di aziende agricole che di associazioni culturali.
«Una presenza agricola che deve sempre più entrare nella consapevolezza
dei milanesi – precisa Riccardo Tammaro, presidente di Fondazione
Milano Policroma – e proprio per questo è stato avviato il “Progetto
AgriCultura”».
La tradizione dei falò è legata alla ricorrenza liturgica di
Sant’Antonio Abate, patrono di macellai e salumai, di contadini ed
allevatori e protettore degli animali domestici. Tale
ricorrenza, che cade il 17 gennaio, tramanda l’antica tradizione, anche
con influssi legati a riti celtici, quando le campagne del contado
milanese venivano illuminate da una moltitudine di falò. Le fiamme
avevano un valore di purificazione ed erano propiziatrici per il nuovo
raccolto. Simbolicamente si bruciavano anche le sofferenze e i dolori
dell’anno precedente. Il fuoco era un elemento purificatore e dalle sue
ceneri il ciclo della natura tornava alla nuova vita.
«Ogni anno che passa – prosegue Gianni Bianchi, Presidente di Amici
Cascina Linterno – aumenta sempre più il numero di partecipanti, grandi e
piccini, che assistono ad uno spettacolo unico, con lingue di fuoco che
raggiungono alcune decine di metri di altezza, ed esprimono un gesto di
vicinanza a chi lavora la terra anche nella nostra città».
Quest’anno l’ardere dei fuochi inizia Mercoledì 16 nel Parco
del Ticinello, vicino alla Cascina Campazzo, per proseguire Giovedì 17
nei borghi di Figino e Muggiano (Cascina Molino del Paradiso) ed al Parco delle Cave (Cava Aurora). Ma i fuochi arderanno ancora Venerdì 18 a Boscoincittà (Cascina San Romano) e poi anche Sabato18 al Parco Lambro (Cascina Biblioteca) ed al Parco delle Cave (Cascina Linterno) per concludersi Domenica 20 nel borgo di Quinto Romano (Cascina del bosco).
In buona parte dei casi, i falò saranno preceduti dalla
benedizione degli animali ed avranno anche degli accompagnamenti
musicali. Ovunque, non mancheranno punti di ristoro con vin
brulé, the caldo, cioccolata, latte e dolci. Sarà un’occasione per
immergersi nella natura della nostra città, che va salvaguardata. “Lilì,
lilò, damm j legn de fà el falò”.
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