(4) Sic effata et osculis hiantibus filium diu
ac pressule sauiata proximas oras reflui litoris petit, plantisque
roseis uibrantium fluctuum summo rore calcato ecce iam profundi maris
sudo resedit uertice, (5) et ipsum quod incipit uelle, set statim, quasi
pridem praeceperit, non moratur marinum obsequium: (6) adsunt Nerei
filiae chorum canentes et Portunus caerulis barbis hispidus et grauis
piscoso sinu Salacia et auriga paruulus delphini Palaemon; iam passim
maria persultantes Tritonum cateruae (7) hic concha sonaci leniter
bucinat, ille serico tegmine flagrantiae solis obsistit inimici, alius
sub oculis dominae speculum progerit, curru biiuges alii subnatant.
Talis ad Oceanum pergentem Venerem comitatur exercitus.
TRADUZIONE:
"Così gli parlò stringendosi forte al seno
quel suo figliuolo e baciandoselo a lungo. Poi si diresse alla spiaggia
vicina, là dove batte l’onda, e sfiorando con i rosei piedi le creste
spumose dei fervidi flutti, ristette alfine sulla calma superficie del
mare; e il mare le rese omaggio, a un suo cenno, com’ella desiderava,
come se tutto da tempo fosse già stato voluto: le danzarono intorno le
figlie di Nereo cantando in coro, e Portuno con l’ispida barba azzurra e
Solacia col grembo colmo di pesci e il piccolo Palemone che cavalcava
un delfino. Qua e là fra le onde esultavano a schiera i Tritoni,l uno
soffiava dolcemente nella conchiglia sonora, un altro con un velo di
seta faceva schermo all’ardore molesto del sole, un terzo sosteneva uno
specchio dinanzi agli occhi della dea, gli altri nuotavano a coppie
aggiogati al suo cocchio. "Un tal seguito scortava il viaggio di Venere
verso l’oceano.
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