Il grande Gatsby (titolo originale: The Great Gatsby) è un romanzo dello
scrittore statunitense Francis Scott Fitzgerald pubblicato per la prima
volta a New York il 10 aprile 1925 e definito da T.S. Eliot "il primo
passo in avanti fatto dalla narrativa americana dopo Henry James".
Ambientato
a New York e a Long Island durante l'estate del 1922, Il grande Gatsby è
il più acuto ritratto dell'anima dell'età del jazz, con le sue
contraddizioni, il suo vittimismo e la sua tragicità.
La storia, che
seguendo la tecnica di Henry James viene raccontata da uno dei
personaggi, narra la tragedia del mito americano che aveva retto il
paese dai tempi dello sbarco a Plymouth Rock e può essere considerata
l'autobiografia spirituale di Fitzgerald che, ad un certo punto della
sua vita, chiuso con l'alcolismo e con la vita da playboy, voleva capire
quali fossero stati gli ostacoli che avevano fatto inabissare la sua
esistenza.
In questo libro, come scrive il suo biografo Andrew Le
Vot,Fitzgerald "riflette meglio che in tutti i suoi scritti
autobiografici il cuore dei problemi che lui e la sua generazione
dovettero affrontare... In Gatsby, pervaso com'è da un senso del peccato
e della caduta, Fitzgerald assume su di sé tutta la debolezza e la
depravazione della natura umana".
« La sua vita era stata
confusa e disordinata...ma se poteva ritornare a un certo punto di
partenza e ricominciare lentamente tutto da capo, sarebbe riuscito a
scoprire qual era la cosa che cercava. »
Trama:
L'adolescente
James Gatz, figlio di poveri contadini del Nord Dakota, fugge dalla
famiglia convinto di poter trasformare se stesso e costruirsi una nuova
identità.
« James Gatz: era questo il suo nome vero, o almeno quello
legale. Lo aveva cambiato a diciassette anni, nel momento in cui ebbe
inizio la sua carriera: quando vide lo yacht di Dan Cody gettar l'ancora
nella secca più insidiosa del Lago Superiore »
Egli incontra il
ricco proprietario di uno yacht, Mr Dan Cody, che, grato perché il
giovane lo ha avvertito della presenza di uno scoglio che avrebbe potuto
far affondare la sua imbarcazione, lo assume e gli fornisce una "giacca
azzurra, sei paia di calzoni bianchi e un berretto con visiera da
yacht".
James, che adotta lo pseudonimo Jay Gatsby, viene inviato
a Louisville per un addestramento militare e lì si innamora di Daisy
Fay, un'affascinante ereditiera di diciotto anni che ricambia i suoi
sentimenti. I due trascorrono insieme un felice periodo e, quando Gatsby
è in procinto di partire per la Prima guerra mondiale, si giurano
eterna fedeltà. Ma quando Gatsby, che si trova in Europa, viene a sapere
che Daisy ha sposato un famoso giocatore di polo di Chicago, Tom
Buchanan, giura di riconquistarla.
Fatta definitivamente propria
l'identità di Jay Gatsby, il giovane si reca in Inghilterra, dove
frequenta l'ambiente di Oxford per cinque mesi, e alla fine ritorna in
America dove, diventato ricco grazie al contrabbando e ad altre attività
illecite, compra nell'aristocratico villaggio di West Egg – toponimo
fittizio utilizzato da Fitzgerald per riferirsi alla località di Kings
Point, sulla costa settentrionale di Long Island – un'enorme villa
situata sulla sponda opposta del villaggio di East Egg – pseudonimo di
Sands Point –, esattamente di fronte alla casa dove Daisy trascorre le
estati con il marito Tom. Gatsby, che vuole ad ogni costo riconquistare
Daisy, è sicuro che il suo sogno si trasformerà in realtà e da quel
momento ogni sua azione sarà tesa a quell'unico scopo.
Nick
Carraway, che nel romanzo ha funzione di narratore, esprime la visione
di un mondo opposto a quello di Gatsby: conformista, moralista e
puritano. Nato, come egli stesso racconta, da una famiglia agiata e
influente del Middle West, Nick si laurea a New Haven nel 1915 ed
intraprende un tranquillo, anche se non molto redditizio, lavoro in
borsa, accontentandosi sempre di alloggiare in appartamenti modesti.
Nick, che è un conformista e un moralista, rappresenta un mondo opposto a
quello di Gatsby, ma dovrà riconoscere che "c'era in Gatsby qualcosa di
splendido, una sensibilità acuita alle promesse della vita".
Anche Nick abita a West Egg, a trenta chilometri dalla città, in un modesto villino confinante proprio con la tenuta di Gatsby:
«
La mia casa era all'estremità dell'uovo, a una cinquantina di metri
soltanto dallo stretto, presa tra due edifici enormi [...]. Quello alla
mia destra era qualcosa di colossale sotto tutti i punti di vista: una
copia accurata di qualche Hôtel de Ville della Normandia, con una torre
da una parte, incredibilmente nuova sotto una barba rada di edera ancora
giovane, una piscina di marmo e più di venti ettari di prato e
giardino. Era il palazzo di Gatsby. [...] Quanto alla mia casa, era un
pugno in un occhio, ma un pugno tanto piccolo da essere trascurabile,
così avevo il panorama sul mare, una vista parziale sul prato del mio
vicino e la rassicurante prossimità di gente milionaria, tutto per
ottanta dollari al mese »
Una sera Nick viene invitato a cena a
casa di Tom Buchanan, che ha sposato Daisy – una cugina di Nick "in
seconda dal lato paterno" – e conosce l'amica di Daisy, Jordan Baker,
con la quale egli intreccerà una breve relazione.
Il matrimonio di
Daisy e Tom, pur essendo all'apparenza tranquillo, non ha solide basi.
Tom ha per amante Myrtle, la moglie di George Wilson, un meccanico che
possiede un'officina sulla strada che porta a New York in una zona
squallida e desolata; un pomeriggio, mentre Nick si sta recando a New
York in treno con Tom, gliela fa conoscere.
Trascorrono i giorni e
Nick, che ogni sera ascolta la musica proveniente dalla casa di Gatsby e
osserva il via vai di gente che partecipa agli sfarzosi party che si
svolgono nei suoi giardini, non ha ancora conosciuto il suo famoso
vicino: l'ha solamente intravisto da lontano, una sera, in piedi davanti
alla villa, che tendeva le braccia con un gesto di desiderio verso la
"luce verde" che brillava nella notte. Quella luce, come scrive Rollo
May,[2] "è simbolo del mito americano: essa allude a nuove potenzialità,
nuove frontiere, la nuova vita che ci attende dietro l'angolo [...] Non
esiste destino; se esiste, lo abbiamo costruito noi stessi [...] La
luce verde diventa la nostra più grande illusione... nasconde i nostri
problemi con le sue infinite promesse, e intanto distrugge i nostri
valori. La luce verde è il mito della Terra Promessa che genera ideali
alla Horatio Alger"
Ma un giorno Nick riceve un invito:
« Uno
chauffeur in uniforme azzurra, come un uovo di pettirosso, quel sabato
mattina di buon'ora attraversò il mio prato con un biglietto
straordinariamente cerimonioso del suo padrone; esso diceva che Gatsby
si sarebbe sentito onorato se quella sera avessi partecipato alla sua
"festicciola" »
Alla festa trova Jordan e ha modo così di
conoscere Gatsby che mantiene sempre un atteggiamento riservato e
moderato. Si reca ad un paio delle sue feste e un giorno Gatsby si reca a
trovarlo:
« Una mattina alle nove, verso la fine di luglio,
l'automobile smagliante di Gatsby sbucò sul viale roccioso che conduceva
al mio cancello ... Era la prima volta che Gatsby veniva a trovarmi,
benché fossi andato a due delle sue feste, avessi girato con lui sul suo
idrovolante, e dopo inviti ripetuti mi fossi servito frequentemente
della sua spiaggia »
E inizia a raccontare della sua vita come a voler scacciare le accuse "che davano sapore alla conversazione nei suoi salotti".
Gatsby
racconta a Nick che egli era di famiglia agiata e che i suoi erano
ormai tutti morti; che era stato allevato in America ed educato a
Oxford, che aveva viaggiato e che aveva partecipato alla guerra
diventando maggiore. Egli mostra a Nick la medaglia con cui era stato
decorato e una fotografia di Oxford presa al "Trinity Quad",
convincendolo così che quanto stava dicendo era la verità:
« Era la
fotografia di una mezza dozzina di giovanotti in maglione a righe sparsi
in un cortile al di là del quale si scorgeva una schiera di guglie.
C'era Gatsby con l'aria un tantino più giovane e una mazza di cricket in
mano. Allora era vero tutto »
In quell'occasione Gatsby gli dice
che ha intenzione di chiedergli un grande favore. Così, tramite Jordan
Baker, Gatsby chiede a Nick di fargli incontrare Daisy a casa sua. Nel
frattempo Nick viene a conoscenza della storia di Daisy e Gatsby
attraverso il racconto di Jordan.
Nick invita Daisy a casa sua per prendere un tè e i due si incontrano.
«
"Sono molti anni che non ci vediamo" disse Daisy con la voce più
normale che le riuscì di trovare. "Saranno cinque a novembre" »
Dopo
una festa di Gatsby alla quale Daisy partecipa con il marito, egli è
sicuro di aver ritrovato per sempre la donna tanto amata ed è certo di
poter ripetere in tutto il passato e confida a Nick il suo sogno:
«
Pretendeva nientemeno che Daisy andasse da Tom a dirgli: "Non ti ho mai
amato". Dopo che avesse cancellato quattro anni con quella frase,
avrebbero potuto decidere sui passi più pratici da fare. Uno di questi
consisteva nel ritornare a Louisville, dopo che Daisy fosse stata
libera, e sposarsi in casa di lei come se fossero stati ancora al punto
di cinque anni prima »
Ma Nick dice: "Non si può ripetere il passato". "Non si può ripetere il passato? Ma certo che si può" risponde Gatsby.
Daisy
si recherà quasi ogni pomeriggio da Gatsby illudendolo così nel suo
sogno fino a quando, in un afoso pomeriggio, Daisy, Tom, Nick, Jordan e
Gatsby cercano sollievo recandosi a New York in un albergo affittato per
l'occasione. Qui Tom provoca Gatsby davanti a tutti con insinuazioni
sul suo conto fino a quando chiede direttamente a Gatsby cosa vuole da
sua moglie: "Voglio sapere che cos'ha da dirmi il signor Gatsby" "Vostra
moglie non vi ama" disse Gatsby, "Non vi ha mai amato. Ama me". Ma
Daisy è riluttante e quando Gatsby pretende che lei lo dica a Tom ella
protesta dicendo" Pretendi troppo". Gatsby cerca di parlarle:
« Ma ad
ogni parola lei si ritirava sempre più in se stessa, finché lui
rinunciò e soltanto il sogno morto continuò a battersi mentre il
pomeriggio svaniva, cercando di toccare ciò che era di più tangibile,
sforzandosi, infelice e senza disperazione, di raggiungere la voce
perduta di là dalla stanza »
Sulla strada del ritorno, mentre
passano davanti al garage di Wilson, Myrtle, tenuta chiusa in stanza dal
marito che sospetta un suo tradimento, riesce a fuggire ma viene
investita dalla macchina di Gatsby guidata da Daisy che non si ferma e
prosegue la sua corsa fino a East Egg dove la raggiunge Tom al quale lei
si affida pur non rivelandogli la verità.
Myrtle rimane uccisa sul colpo e Wilson, preso dalla disperazione e deciso a vendicarsi, va da Tom con la pistola per ucciderlo.
Ma
quando Tom gli rivela che la macchina che aveva investito Myrtle la
guidava, come lui credeva, Gatsby, Wilson si reca da Gatsby che sta
facendo un bagno in piscina e continua a sperare che Daisy appaia.
Verrà
ucciso da Wilson che a sua volta si suiciderà. Lo chauffeur, il
maggiordomo, il giardiniere e Nick si avviano correndo verso la piscina:
«
Vi era, appena percettibile, un movimento dell'acqua mentre il flusso
fresco si dirigeva faticosamente verso lo scarico dell'altra estremità
della piscina. Con piccole increspature che erano appena ombre di onde
il materasso carico si spostava a caso nella piscina. Un alito di vento
che riusciva appena a corrugare la superficie dell'acqua bastò a
interrompere l'accidentale percorso col suo carico accidentale. Un
fascio di foglie, sfiorandolo, lo fece girare lentamente, tracciando
nell'acqua un sottile circolo rosso. Fu quando ci eravamo già avviati
con Gatsby verso casa, che il giardiniere vide il cadavere di Wilson
leggermente discosto nell'erba, e l'olocausto fu completo. »
Nick
si trova solo ad affrontare la situazione. Telefona a tutti, anche a
Daisy, ma viene a sapere che proprio sua cugina è partita da mezz'ora
assieme a Tom, senza comunicare la propria destinazione. Due giorni dopo
arriva un telegramma da una città del Minnesota firmato Henry C. Gatz,
che chiede di rinviare il funerale fino al suo arrivo:
« Era il padre
di Gatsby, un vecchio solenne, molto sgomento e costernato, infagottato
in un gran cappottone da poco prezzo contro la calda giornata di
settembre. »
Il giorno del funerale Nick chiede al ministro
luterano di aspettare ancora mezz'ora. Egli spera ancora che arrivi
qualcuno. "Ma fu inutile. Non venne nessuno". In realtà una persona
arriva, è l'ubriacone delle feste che Nick aveva trovato tre mesi prima
nella biblioteca di Gatsby; costui esclama: "Ma perdio! Ci andavano a
centinaia!." E aggiunge: "Povero bastardo".
Dopo il funerale di
Gatsby Nick riflette sull'America e in questo modo la tragedia di Gatsby
viene ad identificarsi con la perdita dei miti e la fine del sogno
americano. Nick decide di abbandonare l'est e di tornare a casa.
L'ultima
sera Nick scende alla spiaggia e si stende sulla sabbia lasciandosi
andare ai ricordi e gli torna alla mente la capacità di meravigliarsi di
Gatsby:
« E mentre meditavo sull'antico mondo sconosciuto, pensai
allo stupore di Gatsby la prima volta che individuò la luce verde
all'estremità del molo di Daisy. Aveva fatto molta strada per giungere a
questo prato azzurro e il suo sogno doveva essergli sembrato così
vicino da non poter più sfuggire. Non sapeva che il sogno era già alle
sue spalle, in quella vasta oscurità dietro la città dove i campi oscuri
della repubblica si stendevano nella notte. Gatsby credeva nella luce
verde, il futuro orgiastico che anno per anno indietreggia davanti a
noi. C'è sfuggito allora, ma non importa: domani andremo più in fretta,
allungheremo di più le braccia ... e una bella mattina... »
In
questi puntini di sospensione si sente l'attimo di disperazione di Nick e
poi la ricerca di un mito che dia senso all'assurdità dell'esistenza.
Il romanzo si conclude con un'ultima frase che sembra essere un poscritto:
« Così continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato. »http://sleepingbeauty.forumcommunity.net/
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