giovedì 28 marzo 2013

La vera storia della Sirenetta - Andersen

Nelle profondità degli oceani vivevano esseri metà umani e metà pesci: le sirene.
Dotate di una voce melodiosa, a volte risalivano alla superficie del mare per cantare, addolcendo così l'agonia dei marinai naufragati.
Abitavano in palazzi meravigliosamente decorati di conchiglie multicolori e di madreperle che i raggi del sole, smorzati, facevano risplendere. Intorno si estendevano vasti giardini di alghe brune e verdi. Le prime ondulavano come sciarpe di seta gonfiate da una brezza leggera, le seconde, finemente cesellate, davano riparo ai pesci dalle forme straordinarie e dai colori forti, che volteggiavano graziosamente in compagnia di meduse trasparenti.
Nel più grande e più bello di questi palazzi marini regnava il re del mare.
Già vecchio, era un padre soddisfatto di sei bellissime principesse. Egli aveva affidato la loro educazione alla regina madre, che aveva una grande coscienza del suo rango; infatti, inculcò con rigore alle principesse le belle maniere, l'arte di ricevere e tutte quelle cose che facevano di loro delle ragazze sapienti e perfette.
Erano tutte bellissime, ma la più giovane era di uno splendore particolare che la distingueva dalle sorelle. I suoi lunghi capelli biondi e soffici, la sua bocca rossa, il suo colore delicato e i suoi occhi chiarissimi le conferivano un fascino incomparabile.
Tutto in lei era perfetto... Ahimè! da qualche tempo però la tristezza offuscava spesso il suo volto delicato, dandole un'aria depressa e assente.
Aveva sempre più desiderio di ritirarsi nel giardino segreto, giardino che aveva ogni principessa, perché le piaceva sognare ad occhi aperti, lontana dagli occhi delle sorelle; ma ora ci passava lunghe ore immersa nei suoi pensieri. Qual'era la ragione di questo cambiamento d'umore, lei che prima era così amabile?
Qualche giorno prima aveva trovato un busto in alabastro di un giovane uomo, probabilmente caduto in mare durante il naufragio di una nave.
Era sempre stata attratta dai racconti della nonna sulla vita terrestre; come tutte le sirene il giorno del quindicesimo compleanno, sua nonna era emersa dalle profondità dell'oceano e aveva scoperto il mondo sconosciuto degli uomini.
In seguito, aveva fatto frequenti incursioni sulle spiagge di diversi litorali e aveva conservato un ricordo indimenticabile delle sue esperienze. La passione che metteva nel raccontare le sue storie fu trasmessa alla giovane sirenetta. Avida di particolari, l'assillava di domande; voleva conoscere tutto della vita di chi, sulla terra, con due gambe, si muoveva facilmente così come lei danzava nell'acqua…
Purtroppo, ancora alcuni anni le mancavano prima che lei compisse i suoi quindici anni...
Un giorno la maggiore delle sue sorelle compì i tanto attesi quindici anni. Dopo aver avuto innumerevoli raccomandazioni di prudenza dalla nonna preoccupata, partì verso la superficie, guardata con invidia dalla sorella minore. Al ritorno, raccontò con entusiasmo la sua esperienza e, certamente, la sua più avida ascoltatrice fu la sirenetta più giovane.
L'anno seguente, fu il turno della seconda figlia del re: partita nella direzione opposta conobbe altri paesaggi, altri popoli, che descrisse alla sorella addirittura abbagliata. La terza principessa fra quelle che ricevettero il permesso, si recò in una baia, risalì poi un fiume circondato da castelli, colline e foreste. La quarta preferì restare al largo a contemplare le navi che facevano rotta verso il continente. Il compleanno della quinta fu in inverno ed ebbe il privilegio di ammirare la neve e il ghiaccio, che nessuna sirena aveva mai visto fino ad allora. Infine, il giorno tanto atteso e nello stesso tempo tanto temuto, arrivò. La piccola sirena compì quindici anni. Appena ebbe il permesso di partire, nuotò vigorosamente e andò verso il cielo che intravedeva sopra la sua testa. Tra gli spruzzi di mille goccioline, uscì sulla superficie del mare e contemplò, soggiogata, il sole che calava fiammeggiante all'orizzonte. I minuti passarono meravigliosi.
Lentamente, il giorno si oscurò e arrivò la notte, ma la piccola sirena riuscì a scorgere, lasciandosi dondolare dolcemente, una magnifica caravella con molte vele.
C'era una festa a bordo e l'alberatura era tutta addobbata con centinaia di lampade che illuminavano tutta la nave. Sul ponte riccamente parato c'era l'eroe della serata, un principe giovane e bello...
Affascinata dallo spettacolo fiabesco, la sirenetta fissava estasiata il giovane che si distingueva dagli altri per la sua prestanza fisica e la sua eleganza.
Improvvisamente si alzò il vento, le onde divennero più violente e si infransero contro la nave. I lampi saettavano nel cielo oscurato dalle nuvole e la tempesta scoppiò spaventosamente.
I marinai, sorpresi dalla rapidità e dalla forza dello scatenarsi degli elementi, non ebbero il tempo di abbassare le vele: gonfiate al massimo, trasportarono la nave come una pagliuzza. Spinta dal vento, sballottata dalle onde giganti, la nave non resistette molto tempo. Lo scafo si ruppe, le strutture sradicate caddero nell' acqua e in mezzo alle grida dei naufraghi, la nave tu inghiottita dalle onde mugghianti.
Fu così che un'incredibile speranza attraversò la mente della sirenetta che assisteva impotente a quel dramma: il principe la stava raggiungendo nel regno del mare!
Poi si ricordò che gli uomini annegavano se non potevano respirare l'aria, per loro indispensabile. Con il rischio di essere ferita dai rottami della nave, si precipitò in soccorso del principe un attimo prima che fosse inghiottito dalle onde.
Gli sorresse la testa fuori dall'acqua e poi, lottando con tutte le sue forze, cercò di arrivare a riva.
Dopo molti sforzi, esausta, giunse sulla spiaggia con il suo carico esanime. Al mattino la tempesta si era calmata e nel cielo senza nuvole, il sole cominciò a salire verso lo zenit.
Il mare era calmo e tutti i resti della nave erano scomparsi. Si sarebbe potuto credere che non fosse successo niente. Soltanto la presenza del principe ricordava i tragici avvenimenti della notte.
La sirenetta pensò che la vita era più tranquilla nel regno profondo del mare; fugacemente, rimpianse la sua vita comoda, ma la vista del giovane la riportò alla realtà.
Con gli occhi chiusi sembrava dormisse e poté osservarlo per lungo tempo: assomigliava stranamente al busto di alabastro che ornava il suo giardino... furtivamente, gli diede un bacio sulla fronte.
E se fosse morto? Disperata, non sapeva che fare per salvare colui che amava già con tutto il cuore. Si sentì inutile, la sua coda di pesce le impediva tutti i movimenti sulla terra ferma.
Coraggiosamente, incominciò a tirare il corpo inerte verso un luogo ben in evidenza, alla vista di eventuali passanti.
Poi, andò a sedersi dietro una roccia, non potendo fare altro per il principe. Quasi subito, una ragazza che passeggiava sulla spiaggia, approfittando del dolce sole mattutino, vide il principe. Chiamò aiuto e il giovane ebbe finalmente soccorsi.
Riscaldato, confortato, riprese i sensi e il primo volto che vide fu quello della giovane ragazza.
Ben rassicurata sulla sorte di chi aveva toccato il suo cuore per sempre, la piccola sirena si immerse nel mare e ritornò nel suo regno. Non raccontò nulla del suo soggiorno in superficie e il suo silenzio preoccupò il re,
la nonna e le sue sorelle. Da quel giorno passò le giornate nel suo piccolo giardino contemplando la statua, sosia del principe. Molte volte andò sulla spiaggia dove aveva lasciato il principe, sperando di rivederlo ma invano... le stagioni passarono.
La malinconia della piccola principessa aumentava ogni giorno di più e il suo sconforto si intensificava. Sua nonna ebbe pena di lei e, dopo molte esitazioni, si decise a rivelare alla ragazza l'esistenza e i grandi poteri della strega che abitava sul fondo dei mari:
- Se sei felice solo quando sei sulla terra, vai a trovarla, lei ti aiuterà ma...
Senza aspettare un attimo di più, la piccola sirena riunì tutte le sue forze e nuotò verso l'antro della maga.
Coraggiosamente, riuscì a resistere all'attacco delle murene che volevano morderla e ignorò le ferite causate dai coralli che laceravano il suo corpo. Superando la paura, continuò, malgrado gli ostacoli che le sbarravano il cammino e finalmente giunse davanti all'orribile donna che, avvisata del suo arrivo, l'aspettava.
Una puzza pestilenziale usciva da un pentolone il cui contenuto stava bollendo.
- So quello che desideri, - sogghignò la donna spaventosa, - sei molto audace! Voglio esaudirti, ma come contropartita, dovrai fare grandi sacrifici: in cambio delle gambe, voglio la tua voce, resterai per sempre muta... non ridiventerai mai più una sirena e se non saprai guadagnarti l'amore dell'uomo che ti ha ammaliata, se egli amerà un'altra donna, morrai... Poi aggiunse con un' aria terribile: ad ogni passo, avrai dolori, i tuoi piedi sanguineranno ma tu dovrai sorridere, nascondere il tuo tormento... Sei ancora decisa?-
- La mia decisione è irremovibile. Voglio realizzarla a qualunque costo!-
Nauseata, inghiottì la bevanda dall'odore fetido che la strega le diede.
Con atroci sofferenze, la coda di pesce si trasformò in due gambe affusolate.
La piccola sirena non riuscì a trattenere un grido di' dolore. Ad ogni passo gli occhi le si riempivano di lacrime; faticosamente si diresse verso la spiaggia. Le sue nuove gambe erano più un intralcio che un aiuto e, esausta, svenne sulla sabbia.
Quando si svegliò, il suo sguardo incrocio... quello del principe!
Anche il principe veniva regolarmente sulla spiaggia: era alla ricerca di una ragazza che aveva conquistato il suo cuore, con uno sguardo che aveva incrociato il suo al risveglio dopo il naufragio... E così scoprì la sirenetta.
Soggiogato dal suo fascino e dalla sua bellezza, la presentò ai suoi genitori, a corte e diventò la regina dei balli e dei ricevimenti dati in suo onore.
La sirenetta soffriva atrocemente, ma sorrideva radiosa. Appena restava sola, furtivamente bagnava i piedi sanguinanti nel mare fresco e riposante.
Una grande tristezza la tormentava notte e giorno: il principe l'amava, ma come una sorella, un'amica... essendo muta, si confidava molto con lei, sicuro che avrebbe mantenuto il segreto.
Il principe pensava che le lacrime che brillavano negli occhi della ragazza, fossero lacrime di compassione e le era riconoscente.
Se avesse potuto immaginare... Il principe cominciò a disperare di poter ritrovare la ragazza da cui lui credeva fosse stato salvato, quando ricevette un invito dal re di un paese vicino.
Fu con grande sorpresa e gioia che riconobbe nella figlia del re la sua salvatrice!
Anche la giovane principessa si era innamorata dello sconosciuto della spiaggia e il loro ritrovarsi fu meraviglioso.
Fu subito stabilito il matrimonio, che si celebrò dopo qualche giorno con grande sfarzo.
Il ballo degli sposi si svolse su una nave riccamente decorata e illuminata.
La piccola sirena si sforzò molto per essere gaia e gentile. Le sue gambe la sostenevano a malapena, ma lei danzò tutta la notte, la sua ultima notte... il principe aveva sposato un'altra e la piccola sirena doveva ritornare nel mare dove sarebbe affogata, essendo ormai una ragazza terrena.
Ciò a lei non importava; come poteva vivere senza amore?
Sulla spiaggia, prima di entrare tra i flutti che sarebbero diventati la sua bara, intravide le sue sorelle:
- Vieni, - le gridarono, - abbiamo venduto le nostre lunghe chiome alla strega in cambio della tua vita. Ma ad un'altra condizione: prima dello spuntare del sole, il sangue del principe dovrà bagnare le tue gambe che si ritrasformeranno in una coda di pesce... sbrigati, stai morendo... - arrivavano queste parole dal mare...
Spaventata... uccidere colui che amava ancora!
I brividi la percorsero… la morte cominciava la sua opera.
Poi il suo corpo divenne leggero, aereo, e la sirenetta si ritrovò nel regno dell'aria dove le figlie del vento, per compassione l'avevano portata.
Ormai, la piccola sirena infelice vivrà nel cielo eternamente perché lassù la morte non esiste.
Dall'immensità dei cieli, veglierà e proteggerà la giovane coppia principesca, testimone della felicità che non aveva potuto avere.



La storia di Barbablù - C. Perrault

C'era una volta un uomo che aveva case bellissime in città e in campagna, vasellame d'oro e d'argento, suppellettili ricamate e berline tutte d'oro; ma, per sua disgrazia, quest'uomo aveva la barba blu e ciò lo rendeva così brutto e spaventoso che non c'era ragazza o maritata la quale, vedendolo, non fuggisse per la paura.
Una sua vicina, dama molto distinta, aveva due figliole belle come il sole. Egli ne chiese una in matrimonio, lasciando alla madre la scelta di quella che avesse voluto dargli. Ma nessuna delle due ne voleva sapere, e se lo rimandavano l'una all'altra, non potendo risolversi a sposare un uomo il quale avesse la barba blu. Un'altra cosa poi a loro non andava proprio a genio: era ch'egli aveva già sposato parecchie donne, e nessuno sapeva che fine avessero fatto.
Barbablù, per far meglio conoscenza, le condusse, insieme alla madre, a tre o quattro delle loro migliori amiche, e ad alcuni giovanotti del vicinato, in una delle sue ville in campagna, ove rimasero per otto giorni interi. Non si fecero che passeggiate, partite di caccia e di pesca, balli, festini e merende: non si dormiva neppure più, perché si passava tutta la notte a farsi degli scherzi l'uno con l'altro; insomma, tutto andò così bene che la minore delle due sorelle cominciò a trovare che il padron di casa non aveva più la barba tanto blu, ed era in fondo una gran brava persona. Non appena furono tornati in città, il matrimonio fu concluso.
In capo a un mese, Barbablù disse a sua moglie ch'egli era costretto ad intraprendere un viaggio, di almeno sei settimane, per un affare assai importante; la pregava di stare allegra durante la sua assenza: invitasse pure le sue amiche più care, le portasse in campagna, se voleva; insomma, pensasse sempre a passarsela bene.
«Ecco qui», le disse, «le chiavi delle due grandi guardarobe; ecco quelle del vasellame d'oro e d'argento che non si adopera tutti i giorni; ecco quelle delle mie casseforti dove tengo tutto il mio denaro, quelle delle cassette dove sono i gioielli, ed ecco infine la chiave comune che serve ad aprire ogni appartamento. Quanto a questa chiavetta qui, è quella che apre lo stanzino in fondo al grande corridoio a pianterreno; aprite pure tutto, andate pure dappertutto, ma quanto allo stanzino, vi proibisco di mettervi piede, e ve lo proibisco in modo tale che, non sia mai vi entraste, dalla mia collera vi potete aspettare ogni cosa!»
Lei promette d'ubbidire scrupolosamente agli ordini avuti e lui dopo averla abbracciata, sale in carrozza e parte per il suo viaggio.
Le vicine e le amiche del cuore non aspettarono che le si mandasse a chiamare per venire a trovare la sposina, tant'erano impazienti di vedere tutte le ricchezze della casa di lei, e non avendo osato di venirvi quando c'era il marito, sempre per via di quella barba blu che tanto le spaventava. Eccole subito a correre per tutte le sale, una più bella e ricca dell'altra. Salirono poi alle guardarobe dove non avevano occhi abbastanza per ammirare la quantità e la bellezza degli arazzi, dei letti, dei divani, degli stipi, dei tavolinetti, delle tavole grandi e degli specchi, dove ci si poteva specchiare dalla punta dei piedi fino ai capelli e le cui cornici, alcune di cristallo, altre d'argento o d'argento dorato, erano le più ricche e splendide che mai si fossero vedute. Non la finivano più di portare alle stelle e invidiare la fortuna della loro amica, ma questa non provava alcun piacere nel vedere tutte quelle ricchezze, perché non vedeva l'ora d'andare ad aprire lo stanzino a pianterreno.
La curiosità la spinse a un punto che, senza considerare quanto fosse sconveniente di lasciare lì, su due piedi, le amiche, ella vi andò, scendendo per una scaletta segreta e con una precipitazione tale che, due o tre volte, fu lì lì per rompersi l'osso del collo. Giunta dinanzi alla porta dello stanzino, esitò un momento prima d'entrarci, pensando alla proibizione del marito e considerando che la propria disubbidienza avrebbe potuto attirarle qualche guaio; ma la tentazione era così forte che non poté vincerla; prese la chiavetta e aperse con mano tremante la porta dello stanzino.
Dapprincipio ella non vide nulla, perché le finestre erano chiuse; ma a poco a poco cominciò ad accorgersi che il pavimento era tutto coperto di sangue rappreso, nel quale si rispecchiavano i corpi di parecchie donne morte e appese lungo le pareti. (Erano tutte le donne che Barbablù aveva sposato e che aveva sgozzato una dopo l'altra). Per poco non morì dalla paura, e la chiave dello stanzino, che ella aveva ritirato dalla serratura, le cadde di mano. Dopo essersi un tantino riavuta, raccolse la chiave, richiuse la porta e salì nella sua camera per riflettere un poco, ma non le riusciva tant'era la sua agitazione.
Essendosi accorta che la chiave dello stanzino era macchiata di sangue, la ripulì due o tre volte, ma il sangue non se ne andava via; allora la lavò e perfino la strofinò con la rena e col gesso: il sangue era sempre lì, perché la chiave era fatata, e non c'era mezzo di pulirla perbene: se si levava il sangue da una parte, rispuntava dall'altra.
La sera stessa Barbablù tornò dal suo viaggio; disse che per strada aveva ricevuto una lettera, dove gli si diceva che l'affare per il quale era partito, era stato già concluso in modo vantaggioso per lui. La moglie fece tutto il possibile per dimostrargli ch'ella era felice del suo pronto ritorno.
Il dì seguente egli le chiese le chiavi, lei le consegnò, ma con una mano così tremante che lui indovinò senza fatica tutto l'accaduto.
«Come mai», le chiese, «la chiavetta dello stanzino non si trova qui, insieme alle altre?»
«Forse», lei rispose, «l'ho lasciata in camera, sul mio tavolino.»
«Non tardate a restituirmela», disse Barbablù.
Dopo qualche inutile indugio, non si poté far a meno di portare la chiave. Barbablù, dopo averla ben guardata, disse alla moglie:
«Come mai c'è del sangue su questa chiave?».
«Non ne so nulla», rispose la poverina, più pallida della morte.
«Non ne sapete nulla?», replicò Barbablù, «ma io lo so benissimo! Siete voluta entrare nello stanzino! Ebbene, signora, adesso vi tornerete e prenderete posto accanto a quelle dame che avete visto lì dentro.»
Ella si gettò ai piedi del marito piangendo e chiedendogli perdono, con tutti i segni d'un sincero pentimento per la sua disubbidienza. Bella e addolorata com'era, avrebbe intenerito un macigno; ma Barbablù aveva il cuore più duro d'un macigno.
«Bisogna morire, signora», le disse, «e senza indugi.»
«Dato che devo morire», ella rispose guardandolo con gli occhi pieni di lagrime, «datemi almeno un po' di tempo per raccomandarmi a Dio.»
«Vi accordo un mezzo quarto d'ora», rispose Barbablù, «ma non un minuto di più.»
Rimasta sola, ella chiamò sua sorella e le disse: «Anna», era questo il suo nome, «Anna, sorella mia, sali, ti prego, sali in cima alla torre per vedere se i nostri fratelli, per caso, non stiano arrivando; mi avevano promesso di venire a trovarmi quest'oggi, e se li vedi, fa' loro segno di affrettarsi».
La sorella Anna salì in cima alla torre e la povera infelice le gridava di quando in quando: «Anna, sorella mia, vedi arrivare nessuno?».
E la sorella Anna le rispondeva: «Vedo soltanto il sole che dardeggia e l'erba che verdeggia».
Intanto Barbablù, brandendo un coltellaccio, gridava a sua moglie, con quanto fiato aveva in corpo: «Scendi giù subito, o salgo su io!».
«Ancora un momentino, per piacere», gli rispose la moglie; e, subito dopo, riprese con voce soffocata:
«Anna, sorella mia, vedi arrivare nessuno?». E la sorella Anna rispondeva: «Vedo soltanto il sole che dardeggia e l'erba che verdeggia».
«Scendi giù subito», gridava Barbablù, «o salgo su io!»
«Adesso vengo», rispondeva la moglie; e poi gridava: «Anna, sorella mia, vedi arrivare nessuno?».
«Vedo...», rispondeva la sorella Anna, «vedo un gran polverone che viene da questa parte.»
«Sono i nostri fratelli?»
«Ahimè no! sorella mia! È soltanto un branco di pecore!»
«Insomma, vuoi scendere o no?», sbraitava Barbablù.
«Ancora un momento!», rispondeva la moglie; e poi gridava:
«Anna, sorella mia, vedi arrivare nessuno?».
«Vedo...», rispose la sorella, «vedo due cavalieri che vengono da questa parte, ma sono ancora molto lontani... Dio sia lodato!», esclamò un attimo dopo, «sono proprio i nostri fratelli! Faccio loro tutti i segni che posso, perché si sbrighino a venire.»
Barbablù si mise a gridare così forte da far tremare la casa. La povera donna scese giù da lui e, tutta piangente e scarmigliata, andò a gettarsi ai suoi piedi.
«Inutile far tante storie!», disse Barbablù, «dovete morire!» Poi, afferrandola con una mano per i capelli, e con l'altra brandendo in aria il coltellaccio, si accinse a tagliarle la testa. La povera donna, volgendosi verso di lui e guardandolo con lo sguardo annebbiato, lo pregò di concederle un ultimo istante per potersi raccogliere.
«No», lui disse, «e raccomandati a Dio!» Poi, alzando il braccio...
A questo punto, bussarono così forte alla porta di casa che Barbablù si fermò interdetto. Fu aperto, e subito si videro entrare due cavalieri che, sguainando la spada, si gettarono su Barbablù.
Lui riconobbe ch'erano i fratelli di sua moglie, uno dragone, l'altro moschettiere, e allora si diede a fuggire per mettersi in salvo; ma i due fratelli gli corsero dietro così lesti che lo acciuffarono prima ancora che avesse potuto raggiungere la scala. Lo passarono da parte a parte con le loro spade e lo lasciarono morto. La povera donna era anche lei quasi morta come il marito e non aveva la forza di alzarsi per abbracciare i suoi fratelli.
Si scoperse che Barbablù non aveva eredi; così la moglie diventò padrona d'ogni suo avere. Ne adoperò una parte a maritare la sorella Anna con un giovane cavaliere che l'amava da molto tempo; un'altra parte a comperare il grado di capitano ai fratelli; e il rimanente, a maritarsi con un galantuomo che le fece dimenticare i brutti giorni che aveva passati con Barbablù.

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Emma Watson NON sarà Cenerentola

Lo scorso mese era trapelata la notizia che Emma Watson sarebbe potuta essere la nuova Cenerentola. Questa sarebbe stata la seconda principessa Disney ad essere interpretata dalla bella Watson, dal momento che l’attrice è coinvolta anche nel progetto di Guillermo Del Toro su La Bella e la Bestia.
E così ben due principesse sono sembrate troppe persino ad una strega provetta, tanto da indurre Emma a non accettare il ruolo di Cenerentola. A dare la notizia è il giornalista di Variety Marc Graser via Twitter: “Emma Watson ha deciso di non essere nella Cenerentola della Disney. Arriveranno dettagli“.
In attesa di queste spiegazioni vi ricordiamo che la shortlist per interpretare la bella Cenerentola è composta da Saoirse Ronan (Hanna), Gabriella Wilde (The Three Musketeers) e Alicia Vikander (A Royal Affair). La matrigna sarà invece Cate Blanchett mentre alla regia si conferma Kenneth Branagh.

Disney Passion

CHOC, CARNE NON IDENTIFICATA IN ALCUNI CIBI. 'NON UMANA, FORSE DI CANE'

Un programma della Bbc ha denunciato uno scandalo, che potrebbe oscurare quello della carne di cavallo spacciata per manzo. Gli autori di 'The Horsemeat Banquet' hanno sottoposto ad analisi una serie di popolari cibi da asporto, trovando ingredienti di tutti i tipi, fra cui una carne 'non identificata'. Nel programma si specifica che per lo meno non si tratta di carne umana ma potrebbe trattarsi di cane. Non è l'unica inquietante scoperta fatta dalla Bbc: alcuni hamburger di manzo in realtà di bovino contenevano solo sangue, mentre una porzione di manzo alla cinese aveva al suo interno sangue di pollo e frattaglie non meglio identificate. «Questa scoperta è a dir poco terrificante - ha detto Surinder Phull, nutrizionista del programma - non è possibile mangiare carne di cui non si conosce l'origine e che potrebbe anche contenere pericolosi batteri».



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mercoledì 27 marzo 2013

Sarah Jessica Parker mamma a tempo pieno

Dopo “Capodanno a New York” Sarah Jessica Parker si è presa una pausa dal lavoro per dedicarsi alla famiglia e fare la mamma a tempo pieno.
In effetti non c’è giorno in cui l’attrice non venga fotografata con i suoi figli e in particolare con le gemelline Marion e Tabitha.
Eccola a New York durante una passeggiata con una tata (o un’amica?) e le due bimbe, nate del 2009 grazie ad una madre surrogato.


L'anello: promessa d'amore

Fin dal tempo dell’antica Roma l’anello era il pegno d’amore che il fidanzato donava alla propria amata. Allora esso non era di nobile metallo, nondimeno era portatore di quella promessa che suggellava un impegno per la vita: il matrimonio.
L’anello viene portato all’anulare sinistro poiché già nell’antica liturgia cattolica il celebrante delle nozze, dopo aver toccao le prime tre dita della mano sinistra, diceva: “Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo…” e arrivava al quarto dito: l’anulare.
Inoltre la tradizione romantica tramanda fino ai giorni nostri che l’anello si indossa all’anulare sinistro perché proprio da lì passa la vena che arriva al cuore.
La storia ci informa che la tradizione dell’anello di fidanzamento fu importata dall’Egitto, questa come tante altre è arrivata a noi attraverso il Mar Mediterraneo, contenitore e veicolo di storie e di leggende.
Fino al 1400 raramente l’anello fu di oro, più spesso era di un qualsiasi metallo, ma da allora in poi chi poteva impreziosire il semplice cerchietto d’oro lo arricchiva di una luminosissima gemma: il diamante, che irradiò col suo splendore la mano delle giovani promesse e divenne l’anello di fidanzamento così come si intende ai giorni nostri.
Il diamante è il segno della perseveranza e sottolinea l’unione duratura negli anni. L’anello di fidanzamento più classico è il solitario, ossia un unico diamante incastonato preferibilmente in oro bianco o in platino affinché la gemma sostenuta da questi nobili metalli si possa manifestare in tutto il suo splendore. Non è importante la grandezza della gemma ma la sua qualità, può essere di venti punti, di trenta, di cinquanta punti, si può parlare di uno o più carati, ciò che è estremamente importante è il colore: il diamante deve essere una gemma bianca, cioè volgendosi alla luce naturale essa non deve avere riflessi gialli. Il taglio della gemma deve rasentare la perfezione: tutte le sfaccettature devono avere delle proporzioni tali da avvicinarsi al taglio di diamante perfetto.
L’anello di fidanzamento ai giorni nostri viene regalato dal fidanzato in qualsiasi momento della storia d’amore, ma un tempo non era così. La mia Sicilia, ad esmpio, tramanda racconti che oggi farebbero sorridere: quando non erano le famiglie a scegliere il futuro consorte, il fidanzato, dopo un lungo corteggiamento, incaricava una persona di fiducia, uno zio o un parente autorevole, che recandosi dalla famiglia della ragazza metteva la così detta “buona parola” per il fidanzamento in casa. Se i genitori della ragazza si dimostravano disponibili allora il fidanzato si recava a casa della futura sposa con la propria famiglia al seguito e con l’anello di fidanzamento. Questo poteva essere acquistato o poteva essere un gioiello di famiglia tramandato da generazioni.
La tradizione del fidanzamento “in casa” si è evoluta anche in Sicilia, oggi la coppia dei fidanzati decide in piena autonomia, mentre la tradizione dell’anello di fidanzamento continua a conservare le sue caratteristiche e il suo valore.
Oltre che un solitario l’anello può incastonare anche una pietra colorata, un rubino, uno smeraldo o uno zaffiro contornato da diamanti che ne esaltano la bellezza. L’anello può essere anche una vera che incastona tanti diamanti che si rincorrono l’un l’altro.
Mi sono soffermata sulla denominazione “diamante” perché questa non specifica la forma, bensì la pietra naturale così come si estrae dalla miniera. La forma quadrata del diamante prende il nome di carré, la forma rettangolare prende il nome di baguette, la forma tonda prende il nome di brillante e ciò perché tutte le sue sfaccettature fanno sì che la luce entrando in ognuna di loro ne fuoriesca facendo brillare in modo unico la gemma.
Se la gemma è bianca, pulita (cioè senza imperfezioni all’interno che disturbino il movimento della luce), e se ha anche un buon taglio, anche un piccolo diamante, purchè regalato con sentimento, può diventare il più prezioso degli anelli.
Quando desiderate acquistare una gemma, recatevi da un negoziante di fiducia, perché  la garanzia non basta a dimostrare nel tempo la qualità.




lenozzemagazine.it

Su quale dito mettere l'anello di fidanzamento?

Per molti uomini l’anello di fidanzamento è la prima vera spesa della vita indirizzata esclusivamente ad un’altra persona. Una sconosciuta che presto, si spera, diverrà la propria moglie.

Specialmente nelle culture occidentali, un anello di fidanzamento è un anello, spesso solitario, che indica che la persona che lo indossa è fidanzata ufficialmente. In Inghilterra e Nord America gli anelli di fidanzamento sono per tradizione indossati solo da donne mentre in altre culture, come la nostra, può capitare che anche gli uomini indossino anelli di corrispondenza.

La tradizione vuole che l'anello sia presentato dall’uomo alla donna come un regalo di fidanzamento alla sua futura sposa, mentre lui propone di sposarla oppure dopo che lei accetta la sua proposta di matrimonio. Rappresenta pertanto un accordo formale di matrimonio futuro. Gli anelli possono essere acquistati da parte dell'uomo, dalla coppia o da ciascun partner per l'altro.

Ma in quale mano e su quale dito si indossa l’anello di fidanzamento? In Italia, generalmente si indossa sulla mano sinistra al dito anulare poiché si dice che dall’anulare passi una piccola arteria, la vena amoris, la quale attraversando il braccio si dirige al cuore.

Prima di accettare di sposarsi, una coppia può scegliere di comprare e indossare anelli di pre-fidanzamento, chiamati anche anelli di promessa. Dopo il matrimonio, la coppia può indossare sia gli anelli di fidanzamento e fedi nuziali, o semplicemente le fedi nuziali.

Prima del 20 ° secolo erano comuni altri tipi di regali di fidanzamento come ad esempio ditali per cucire. (anch’io sto pensando la vostra stessa cosa!Era meglio prima!) Gli anelli di fidanzamento non sono diventati uno standard in Occidente sino alla fine del 19° secolo e, gli anelli con diamanti, non divennero comuni sino al 1930. Oggi l'80% delle donne ritengono che solo un anello con un diamante solitario possa significare un impegno di fidanzamento serio.

Come per tutti i tipi di gioiello, il prezzo per un anello di fidanzamento può variare notevolmente a seconda dei materiali utilizzati, il design, il valore di ogni pietra preziosa, il venditore ed il numero degli intermediari. L'idea che un uomo dovesse spendere due o tre mesi del proprio stipendio per un anello di fidanzamento è stata una trovata di marketing di De Beers nel 20esimo secolo, nel tentativo di aumentare la vendita di diamanti.

Il prezzo delle pietre preziose dipende dal tipo e dalla qualità della gemma. I diamanti hanno una descrizione standardizzata che è valutata in base al loro peso in carati, colore, purezza e taglio. Altre gemme, come zaffiri, rubini, moissanite e smeraldi, hanno sistemi di valutazione differenti e, generalmente, possono essere scelti per onorare una tradizione di famiglia, per usare cimeli di famiglia, per essere unici, per soddisfare le preferenze di stile della persona o per gestire i costi.

La morale è che oggi un anello di fidanzamento con diamante, anche un anello solitario, è l'unico gioiello che rispecchi l'aspettativa di una donna in merito al fidanzamento.
 
 
 
 
 
E voi carissimi lettori, che cosa pensate dell'anello di fidanzamento? Siete tradizionalisti, quindi volete il diamante? Oppure vi accontetereste anche di meno?
Aspetto i vostri commenti!!!

martedì 26 marzo 2013

Balotelli: «Fanny e quella bambina che spero sia mia»

A Limido Comasco sanno già tutti dove vive il campione del Milan e della Nazionale. Basta seguire il rombo della sua Ferrari 458 Italia lungo le strade di campagna per arrivare dritto alla sua casa. Ma per la prima volta, solo per Vanity Fair, Mario Balotelli apre le porte della sua villa con parco, laghetto e piscina olimpionica interna e si fa ritrarre dal celebre fotografo Fabrizio Ferri insieme alla nuova fidanzata Fanny Robert Neguesha. Super Mario a Milano ha fatto la gioia dei tifosi rossoneri – sette gol in sei gare – ma anche dei paparazzi, che non gli danno tregua. E soprattutto, su di lui pesa il rapporto con la ex Raffaella Fico. Il 5 dicembre Raffaella ha avuto una figlia, Pia, la cui paternità attribuisce a Mario, e che lui però non ha ancora riconosciuto. Una storia complessa che finirà in tribunale, e che lei racconta a puntatea giornali e Tv. Da quando la bambina è nata, Balotelli non l’ha mai vista. In compenso ha mantenuto la promessa di non parlarne in pubblico. Fino a questa intervista esclusiva su Vanity Fair in edicola da mercoledì 27 marzo.
Mario, è innamorato?

«Sì, ma non sono bravo a raccontarlo. Mi frega la timidezza».
Che cosa le piace di Fanny?
«È una ragazza decisa, sicura, generosa. In poco tempo, ha trovato una sintonia con me. Potrei passare anche tutta la vita con una così».
Dopo appena sei mesi: non le sembra presto?
«Grazie a Fanny ho ritrovato l’equilibrio che serve al mio lavoro. Lei mette al primo posto il nostro rapporto, non ci sono nervosismi e distrazioni prima delle partite. Non è facile stare con me».
Perché?
«Devi quasi rinunciare a una vita privata, sei costantemente esposto al pubblico. Zero Facebook, zero Twitter: qualunque cosa dici, rischia di ripercuotersi negativamente».
Dove vi siete conosciuti?

«A Bruxelles. Un amico mi aveva detto: è la ragazza giusta per te. Ma viveva a Bruxelles, appunto. Ho provato un approccio a distanza da Manchester: telefonate, messaggi. Non funzionava».
E che cosa ha fatto?
«Ho preso un jet privato e sono andato a trovarla».
Racconti il primo appuntamento. «Siamo andati a fumare il narghilé e abbiamo terminato la giornata nella hall del mio albergo, a chiacchierare. Lei si è presentata con un’amica, e anch’io sono arrivato accompagnato. In quattro è stato più facile rompere il ghiaccio».
Ha dimenticato Raffaella Fico?
«Non parlo di una persona che non mi interessa più. Non faccio parte del suo mondo, il mondo dello spettacolo, e quando dovrò discutere qualcosa con lei lo farò in privato».
Però ha una bambina che giura essere figlia sua. E lei non l’ha né vista né riconosciuta. Ci pensa?
«Certo che penso alla bambina. Con la storia personale che ho avuto io (Mario, figlio di immigrati ghanesi, era un bambino con gravi problemi di salute quando è stato affidato ai Balotelli, bresciani, che poi l’hanno adottato, ndr), crede che la lascerei mai senza un padre? Se fino a oggi è accaduto, non è per colpa mia. Non sono una cattiva persona. Semmai, a volte, sono stato scioccamente troppo buono».
Ma che idea si è fatto: è sua figlia?

«Vorrei conoscerla, e spero tanto che sia mia figlia. Non ho nessuna intenzione di scappare, anzi sarei davvero felice se fosse sangue del mio sangue. Però chiedo rispetto per una storia che non è facile come può sembrare: ci sono questioni legali delicate che vanno affrontate con serietà, per il bene di tutti, e non nelle interviste».



http://www.vanityfair.it/

Laura Pausini: prime uscite da neo-mamma


La cantante a Roma con la piccola Paola
Un mese e mezzo dopo la nascita della primogenita Paola, Laura Pausini si è concessa una libera uscita a Roma con la sua bambina e la madre.
Il trio ha passeggiato sotto il sole primaverile per dirigersi poi in zona Trastevere, dove la cantante è salita su un taxi con in braccio la piccola Paola.
La pop star emiliana, oltre che ricoprire di premure la sua prima figlia, è molto attenta che l'immagine pubblica della neonata non sia intaccata: "Voglio provare a tenere la riservatezza per la mia piccola Paola. Almeno per ora e spero di non essere costretta, come spesso accade dopo che ti ritrovi i paparazzi nascosti nei cespugli di casa tua, a dover fare un servizio posato. Io sono la causa della nostra vita sotto i riflettori e io ho la responsabilità di proteggerla da tutto. Non succede nulla se esce una foto, lo so i problemi della vita non sono questi, ma lasciatemi provare a tenerla fuori”, scriveva la Pausini sulla sua pagina Facebook lo scorso otto marzo.

gossip.it.msn.com

Delitto Mez, processo da rifare

Annullata l'assoluzione: Amanda e Raffaele saranno processati di nuovo


Amanda Knox e Raffaele Sollecito saranno processati di nuovo.
La I sezione Penale della Cassazione ha infatti accolto il ricorso della Procura generale di Perugia contro l'assoluzione in Appello dei due studenti implicati nell'omicidio di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa a Perugia nella notte tra l'1 e il 2 novembre 2007.
La Cassazione ha anche deciso che il nuovo processo d'appello si svolgerà a Firenze. Le prime parole di Amanda: "Sono delusa, continuano a non credermi"


http://notizie.it.msn.com/

lunedì 25 marzo 2013

Smalto gratis con Kiko Makeup Milano

1.000.000 di fan. Grazie a tutti voi.

Per festeggiare, KIKO vi regala uno smalto Nail Lacquer nel colore che desiderate.

Entrando nella sezione “1 MILLION FANS, 1 MILLION GIFTS” potrete ottenere il Coupon da presentare in negozio, o da utilizzare online, per ricevere lo smalto omaggio.

Cliccate sul link seguente, per scoprire tutti i dettagli e scaricare subito il Coupon: 


Questo è quello che trovate sulla pagina ufficiale di Kiko cosmetics.
Cliccando il link precedente potrete scaricare un coupon che vi permetterà di ricevere in omaggio uno smalto dal valore di 3,90€.
Ovviamente vi suggerisco di leggere con attenzione il regolamento.

REGOLAMENTO
Istruzioni generali per l’adesione all’attività denominata
“1 MILLION FANS, 1 MILLION GIFTS”
promossa da
KIKO SRL, con socio unico, sede legale in Bergamo, via Guido e Giorgio Paglia 1/D, iscritta al
Registro delle Imprese di Bergamo al nr. 12132110151, P.IVA nr. 02817030162, capitale sociale
100.000 i.v.
Il presente documento espone e presenta le istruzioni generali per l’adesione all’attività denominata “1 MILLION FANS, 1 MILLION GIFTS” promossa da KIKO SRL.
Il presente documento è disponibile al seguente indirizzo:
http://www.fbappdev.com/kikoform/regolamento.html, nonché presso la sede legale di KIKO SRL.
Si invitano tutti gli utenti che volessero partecipare all’iniziativa promossa da KIKO SRL a leggere con attenzione il presente documento.
DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÁ “1 MILLION FANS, 1 MILLION GIFTS”
In occasione del raggiungimento del traguardo di un milione di fan sulla fan page Facebook italiana di KIKO Make Up Milano (KIKO Cosmetics Italia: https://www.facebook.com/KIKO.MAKEUP.MILANO), KIKO Srl (di seguito “KIKO”) ha deciso di ringraziare i fan della propria fan page italiana omaggiandoli con uno speciale prodotto in regalo.
Il prodotto in regalo è uno smalto della collezione “Nail Lacquer” (di seguito “Nail Lacquer”) del valore commerciale di 3,90 € (prezzo base non soggetto a promozioni), nella referenza colore desiderata tra quelle disponibili al momento del ritiro.
Ogni utente iscritto a Facebook e fan della fan page Facebook italiana di KIKO potrà partecipare all’iniziativa “1 MILLION FANS, 1 MILLION GIFTS” promossa da KIKO.
Ciascun fan, infatti, potrà ricevere gratuitamente uno smalto Nail Lacquer del valore commerciale di 3,90 € (prezzo base non soggetto a promozioni), nella referenza colore desiderata tra quelle disponibili al momento del ritiro con le seguenti modalità:
i) tramite store online di KIKO sul sito italiano (http://www.kikocosmetics.com/eshop/it) e seguendo le istruzioni di seguito riportate
OPPURE
ii) recandosi in uno degli store “KIKO Make Up Milano” di KIKO SRL presenti sul territorio italiano (fatta esclusione per il punto vendita “KIKO Make Up Milano” sito in Livigno - SO), il cui elenco aggiornato con relativi indirizzi è consultabile al seguente link: http://www.kikocosmetics.com/eshop/it/trova-negozio .
COME RITIRARE LO SMALTO NAIL LACQUER IN OMAGGIO PRESSO I PUNTI VENDITA KIKO
Per ritirare lo smalto Nail Lacquer oggetto della presente iniziativa presso uno dei punti vendita KIKO presenti sul territorio italiano (fatta esclusione per il punto vendita “KIKO Make Up Milano sito in Livigno - SO) (la lista completa dei negozi è consultabile attraverso questo link: http://www.kikocosmetics.com/eshop/it/trova-negozio), l’utente dovrà recarsi alla cassa del punto vendita KIKO e mostrare al personale KIKO il Coupon KIKO (in formato cartaceo o via smartphone) precedentemente scaricato attraverso l’applicazione “1 MILLION FANS, 1 MILLION GIFTS” ospitata sulla fan page Facebook italiana di KIKO a questo link: http://www.facebook.com/KIKO.MAKEUP.MILANO/app_306545816128386
Sul Coupon KIKO è riportato un codice a barre univoco che, al momento della presentazione alla cassa, verrà caricato nei database KIKO dal personale di vendita per una procedura di controllo al termine della quale, ad esito positivo, consentirà all’utente di ritirare gratuitamente uno smalto Nail Lacquer del valore commerciale di 3,90 € (prezzo base non soggetto a promozioni), nella referenza colore desiderata tra quelle disponibili al momento del ritiro.
Per ritirare lo smalto Nail Lacquer in omaggio con la presente iniziativa presso i punti vendita KIKO, è dunque unicamente richiesto di munirsi dell’apposito Coupon KIKO secondo le istruzioni di cui sopra e non è necessario effettuare nessun genere di acquisto.
COME RITIRARE LO SMALTO NAIL LACQUER IN OMAGGIO PERSSO LO STORE ONLINE ITALIANO DI KIKO
Per ricevere lo smalto Nail Lacquer oggetto della presente iniziativa tramite lo store online italiano di KIKO ( www.kikocosmetics.com/eshop/it), l’utente dovrà scaricare l’apposito Coupon KIKO attraverso l’applicazione “1 MILLION FANS, 1 MILLION GIFTS” ospitata sulla fan page Facebook italiana di KIKO a questo link: http://www.facebook.com/KIKO.MAKEUP.MILANO/app_306545816128386.
Sul Coupon KIKO è riportato un codice alfanumerico che consentirà all’utente, secondo le istruzioni e ai termini di seguito riportati, di ritirare lo smalto Nail Lacquers in omaggio nello store online italiano.
Il ritiro dello smalto Nail Lacquers in omaggio tramite lo store online italiano di KIKO, è condizionato all’effettuazione, da parte dell’utente, di un un ordine di acquisto del valore minimo di 20 € sul sito italiano di KIKO www.kikocosmetics.com/eshop/it (al netto dello sconto di 3,90 € dello smalto Nail Lacquer in omaggio e delle spese di spedizione).
Si ricorda che lo store online italiano di KIKO (www.kikocosmetics.com/eshop/it) effettua spedizioni unicamente sul territorio italiano.
L’utente dovrà aggiungere lo smalto Nail Lacquer del valore commerciale di 3,90 € (prezzo base non soggetto a promozioni) - nella referenza colore desiderata tra quelle disponibili al momento dell’ordine - direttamente nel carrello, insieme agli altri prodotti dell’ordine.
Al momento della conclusione dell’ordine e dopo l’aggiunta nel carrello dello smalto Nail Lacquer desiderato, verrà chiesto all’utente di inserire nell’apposita sezione “inserisci il codice promozionale” il
codice alfanumerico riportato sul Coupon KIKO scaricato tramite l’applicazione “1 MILLION FANS, 1
MILLION GIFTS”.
L’iniziativa è cumulabile con le offerte già presenti nello store online ma non è cumulabile con eventuali altri buoni sconto KIKO.
In questo modo l’importo di 3,90 € (prezzo base non soggetto a promozioni) relativo allo smalto Nail Lacquer prescelto verrà sottratto dal totale dell’ordine a titolo di sconto e tale prodotto risulterà dunque inserito in maniera gratuita nell’ordine complessivo.
COME SCARICARE IL COUPON KIKO ATTRAVERSO L’APPLICAZIONE “1 MILLION FANS, 1 MILLION GIFTS”
L’applicazione per scaricare il Coupon KIKO relativo alla presente iniziativa è accessibile solo ed esclusivamente a coloro che sono fan della fan page Facebook italiana di KIKO.

Tutti gli utenti che non sono fan della KIKO Cosmetics fan page potranno usufruire di questa iniziativa a seguito di adesione alla fan page Facebook italiana di KIKO, adesione effettuabile cliccando semplicemente sul bottone “mi piace” presente nella fan page medesima. La fan page Facebook italiana di KIKO è accessibile a questo link: https://www.facebook.com/KIKO.MAKEUP.MILANO.
Per poter scaricare il Coupon KIKO, ogni fan della fan page Facebook italiana di KIKO dovrà:
- Accedere all’applicazione “1 MILLION FANS, 1 MILLION GIFTS” ospitata sulla fan page Facebook italiana di KIKO a questo link: http://www.facebook.com/KIKO.MAKEUP.MILANO/app_306545816128386.
- Compilare il form con i dati richiesti e acconsentire all’invio via email delle comunicazioni KIKO anche per la ricezione via email del Coupon KIKO necessario per l’adesione all’iniziativa promossa e al ritiro dello smalto Nail Lacquer in omaggio.
- Rispondere ad alcune semplici domande sulle proprie caratteristiche personali (facoltativo).
- Decidere se ritirare l’omaggio presso lo store online italiano di KIKO oppure presso uno dei negozi KIKO presenti in Italia (fatta esclusione per il punto vendita “KIKO Make Up Milano” sito in Livigno – SO), cliccando sul relativo bottone. Il Coupon KIKO potrà essere subito stampato cliccando sul bottone “stampa”. Verrà inoltre inviata automaticamente una email, all’indirizzo di posta elettronica indicato dall’utente nel form iniziale, contenente un link diretto al Coupon KIKO scaricato dall’utente precedentemente tramite l’applicazione.
CONDIZIONI PER RICEVERE LO SMALTO OMAGGIO NAIL LACQUER DEL VALORE COMMERCIALE DI 3,90 € (prezzo base non soggetto a promozioni)
Per poter usufruire dell’iniziativa descritta, è necessario:
- Essere fan della fan page Facebook italiana di KIKO;
- Scaricare il Coupon KIKO per lo store online italiano di KIKO o per i punti vendita KIKO presenti in Italia (fatta esclusione per il punto vendita “KIKO Make Up Milano” sito in Livigno – SO), attraverso l’applicazione “1 MILLION FANS, 1 MILLION GIFTS” ospitata sulla fan page Facebook italiana di KIKO a questo link: http://www.facebook.com/KIKO.MAKEUP.MILANO/app_306545816128386
Ogni utente può scaricare il Coupon KIKO tramite l’applicazione una sola volta, scegliendo se scaricare quello valido per lo store online italiano di KIKO oppure quello valido per i punti vendita KIKO presenti in Italia (fatta esclusione per il punto vendita “KIKO Make Up Milano” sito in Livigno – SO).
Ogni coupon sarà valido per il ritiro di un solo smalto Nail Lacquer.
Si precisa, a tal proposito, che l’utente non potrà scaricare sia il Coupon KIKO valido per lo store online, sia quello valido per i punti vendita KIKO ma solo ed esclusivamente un Coupon nell’opzione preferita tra il ritiro presso un punto vendita KIKO ovvero tramite store online italiano di KIKO.
Una volta completata la procedura per scaricare il Coupon KIKO per il ritiro dello smalto Nail Lacquer presso il punto vendita KIKO o per il ritiro tramite store online italiano di KIKO, non sarà possibile modificare la scelta.
Ogni utente potrà ritirare un solo smalto omaggio Nail Lacquer del valore commerciale di 3,90 € (prezzo base non soggetto a promozioni) o recandosi in uno dei punti vendita KIKO presenti sul territorio italiano (fatta esclusione per il punto vendita “KIKO Make Up Milano” sito in Livigno – SO) ovvero tramite store online italiano di KIKO – soggetto all’esecuzione di un acquisto minimo di 20 Euro (al netto dell’importo di sconto di 3,90 € dello smalto Nail Lacquer in omaggio e delle spese di spedizione).
DURATA ATTIVITÁ
L’attività avrà inizio il 14-03-2013 e terminerà il 14-04-2013.
Gli utenti potranno dunque scaricare il Coupon KIKO tramite l’applicazione e ritirare lo smalto omaggio Nail Lacquer del valore commerciale 3,90 € (prezzo base non soggetto a promozioni), nella referenza colore desiderata tra quelle disponibili al momento del ritiro, tramite store online italiano di KIKO ovvero recandosi in uno dei punti vendita KIKO presenti in Italia (fatta esclusione per il punto vendita “KIKO Make Up Milano” sito in Livigno – SO) esclusivamente dal 14-03-2013 al 14-04-2013 quale ringraziamento speciale di KIKO per il raggiungimento del traguardo del milione di fan sulla fan page Facebook italiana di KIKO.
ELENCO REFERENZE SMALTO “NAIL LACQUER” OGGETTO DELLA PRESENTE INIZIATIVA E TRA LE QUALI SCEGLIERE IL PROPRIO COLORE PREFERITO TRA QUELLI DISPONIBILI AL MOMENTO DEL RITIRO.

*Il seguente regolamento è presente sulla pagina ufficiale di facebook di kiko*


Buona scelta del colore.

giovedì 21 marzo 2013

Come rinnovare il rapporto di coppia

Quando una relazione dura da molti anni è normale che inizi ad assumere una piega alquanto prevedibile: routine, abitudine, regole interposte e sempre rispettate possono infatti far perdere un pizzico di brio al rapporto di coppia.
Impariamo a rinnovare il rapporto e a ricominciare a viverlo sotto nuovi presupposti.
Non stiamo parlando di crisi...
Voler dare una nuova energia alla coppia non significa vivere un momento di crisi e di incertezza: tutti i rapporti possono trovare una stabilità che talvolta toglie la freschezza dei primi anni e dei primi momenti insieme. E' fisiologico e naturale, ma è anche un dettaglio che può essere annullato con un po' di impegno. Ecco come!

1. Fate un bilancio della vostra storia, delle regole, delle abitudini e provate a cambiarle, partendo in maniera dolce e non forzata.

2. Trovate un nuovo tempo per la coppia: ovvero momenti solo per voi, in giorni insoliti. Rompete "la tradizione" e regalatevi più momenti in solitaria per dialogare e vivere in una dimensione solo vostra.

3. Mettete in discussione le abitudini: provare ad evitare le cose che fate sempre. La parola chiave è sperimentare. Ciò aiuta anche a gustare maggiormente le cose che si è abituati a fare spesso, ad esempio anche una cosa semplice come cenare sempre nello stesso ristorante durante il weekend: facendolo diventare un appuntamento saltuario, riuscirete ad apprezzarlo anche di più.

4. Divertitevi: ovvero ridete con il partner, create situazioni divertenti, vivete i momenti al massimo.

L'importante è condividere questa nuova spinta con il partner, per godere maggiormente della vostra storia e delle emozioni che entrambi provate.

Scritto da: Chiara Da Col
Data: 28/09/2012



http://www.deabyday.tv/

Come curare le doppie punte

Le doppie punte sono una fastidiosa e brutta conseguenza di comportamenti che nuociono ai nostri capelli. Abbiamo visto in passato come si può agire per evitare che si formino, oggi impariamo a curarle quando è troppo tardi.

Le doppie punte? Curale così...

Prima di scoprire come correre al riparo curandole, ricordiamoci perché si formano: le doppie punte sono il risultato di un malessere che interessa la fibra capillare.
Styling aggressivi con calore eccessivo (vedi phon e piastra), tinture intensive, decolorazioni e cattive abitudini sono le cause della formazione di queste "biforcazioni".
Per curarle, fai così:
1. Lava i capelli in modo delicato e, soprattutto, con prodotti delicati. Meglio preferire formule mirate e possibilmente con ingredienti naturali.
2. Non dimenticare il termoprotettore prima della piega: non ripara le punte sfibrate già presenti, ma evita che se ne formino altre.
3. Tagliarle? Non serve a molto ma è utile per migliorare l'aspetto dei propri capelli.
4. Mai dimenticare la maschera: è un gesto che deve entrare nella propria routine settimanale per ottenere dei buoni risultati.
5. Usa sempre, come finish dopo la piega, un po' di olio di semi di lino (puoi farlo con una semplice ricetta fai da te): idrata e nutre le fibre e migliora l'aspetto del capello.
Per eliminare le doppie punte ci vogliono costanza e ottimi alleati: occhio alle abitudini e ai gesti che compi quando hai a che fare con i tuoi capelli. Le giuste cure li renderanno più belli in un batter d'occhio.
 
 
 
Scritto da: Chiara Da Col
Data: 12/03/2013

http://www.deabyday.tv/

Papaia: il frutto anticellulite

La papaia non è solo un frutto colorato e gustoso, ma fornisce anche molte vitamine, soprattutto del gruppo B, diverse molecole antiossidanti come i flavonoidi, il carotene e la vitamina C, così come folati, tracce di minerali, acido pantotenico, potassio, magnesio e molte fibre.
Questa vasta gamma di principi nutritivi rende la papaia molto nutriente, i suoi benefici per la salute sono numerosi e vanno dalla riduzione dei rischi di sviluppare malattie cardiovascolari, alla protezione contro il cancro al colon.
Un enzima proteolitico contenute nella papaia, la papaina, è molto simile alla bromelina (l'equivalente nel frutto dell'ananas) e viene spesso utilizzata per trattare allergie ed è comunemente impiegata per il trattamento di lesioni sportive.

Può proteggere la pelle, stimolare il sistema cardio/circolatorio, combatte soprattutto cellulite e ritenzione idrica, svolge un’azione disintossicante, facilitare la digestione e anche rinforzare il sistema immunitario. Siete in cerca di tutto questo e non avete ancora trovato una risposta ed un rimedio? È molto più facile di quanto pensiate, basta chiedere aiuto ad un frutto: tutto questo è contenuto all’interno della papaia, frutto a calorie zero che si è rivelato non solo ricco di molte sostanze nutritive per il nostro organismo, inoltre può ridurre gli accumuli di cellulite.
Ricco di sali minerali (quali iodio, calcio, fosforo, magnesio, ferro) e di vitamina A, B5 e C.
Ottimo frutto tropicale di grandi dimensioni, la papaia è facile da trovare anche nel nostro paese; la sua polpa è gustosa, il suo sapore può ricordare un concentrato di albicocca e fragola. Evitate di mangiare i semini contenuti al suo interno, non solo perché sono piccanti, ma perché non sono proprio troppo consigliati. Le migliori soluzioni per mangiare la papaia è di certo sfruttandone le qualità grazie ad un bel frullato, oppure addizionata ad altra frutta in una macedonia.


http://www.benesserevillage.it/

venerdì 15 marzo 2013

Anticipazioni Uomini e Donne: 15 marzo 2013

Oggi, martedì 12 marzo , si è registrata una nuova puntata. (www.mariadefilippi.it) Inquadratura su Tommaso in smoking. Un recall della scorsa puntata ricorda le prime fasi di conoscenza fra Teresa e Amedeo; dopo la puntata avrebbero dovuto incontrarsi a Roma ma lui è tornato a Napoli per motivi di famiglia; lei protesta perchè non avendo accettato il "percorso benessere" nel centro fittness, in realtà lui forse non aveva più ragioni di conoscerla perchè - non ha raggiunto il suo scopo -. Teresa avrebbe voluto che lui la raggiungesse a Catania, per lui era prematuro, anche per il momento lavorativo non ottimale, quindi la definisce immatura, sono scintille fra i due. Amedeo, dicendo che apprezzerebbe di più se lei dicesse che ha altri pensieri (allude a Tommaso?) - mi spiace non essere all'altezza delle sue aspettative, ma intanto voglio essere all'altezza delle mie - conclude , anche Teresa è d'accordo. Angela sta frequentando Filippo (venuto per Teresa) , lui la fa sentire protetta , le trasmette delle forti sensazioni, ed è all'altezza del suo (www.mariadefilippi.it) tenore di vita! Questa affermazione scatena una lunga polemica fra i due protagonisti, Amedeo, (che non ha le stessa possibilità economiche),Tina e altri... per Angela è una cosa importante, c'è stato anche un bacio, ma Maria dice che nel frattempo Filippo ha sentito e visto un'altra ragazza, si tratta di Ilaria! Angela non lo sapeva, non la prende affatto bene e vuole sapere se lui continuerà a sentirla perchè la cosa non le piace, Gianni non crede autentica l'esagerata reazione della ragazza mentre è convinto che "abbia negli occhi la S dei dollari". Ilaria getta acqua sul fuoco dichiarando che fra loro c'è solo amicizia...fra Filippo e Angela finisce qui. Tommaso e Amedeo, che si conoscevano anche prima, hanno qualche sassolino da togliersi dalle reciproche scarpe e Tina, che crede alle ragioni di Teresa, invita Amedeo a non fare la vittima, ma lui non vorrebbe che si parlasse più di questioni economiche perchè non gli va che a casa possano vedere e sentire cose simili. (www.mariadefilippi.it)


15 marzo 2013. anticipazioni Cento Vetrine

Centovetrine Anticipazioni 15 Marzo 2013: Cecilia ha scoperto che Damiano sta assumendo dei farmaci , i quali condizionerebbero il suo strano comportamento. Dopo il confronto con Serena, l'uomo ammette di aver bisogno di aiuto e di non riuscire a superare da solo il difficile periodo che sta attraversando.
Vinicio Corradi è pronto a contravvenire al patto con Ivan Bettini: il boss rivela infatti ad Ettore che un amico ha trattato con lui per la sua incolumità in carcere. Ciò indurrà dei sospetti in Ferri, il quale ha sempre rifiutato l’aiuto di amici e familiari durante la sua permanenza in carcere.
Jacopo ha scoperto che Diana gli ha mentito e decide di affrontare Ascanio per sapere la verità. Serena riceve la visita di Brando e fraintende le sue intenzioni, quando crede che il Salani voglia rivendicare la paternità del bambino.



 http://www.zazoom.it/

Il Papa non si siede sul trono, paga il conto in albergo


Sicuramente è mattiniero. Papa Francesco è arrivato pochi minuti dopo le 8 a Santa Maria Maggiore, una delle principali basiliche della capitale per ringraziare la Madonna. Ma la sua visita è anche la prima in una chiesa romana da vescovo di Roma.
PREGHIERA - Con il Papa c'erano il prefetto della Casa Pontificia, monsignor George Gaenswein, e il vice prefetto della Casa Pontificia, Leonardo Sapienza. Visita molto breve, rappresentata esclusivamente dal raccoglimento di Papa Francesco in preghiera davanti all'Altare della Vergine. Rivolgendosi poi ai confessori Papa Francesco ha detto: «Siate misericordiosi, le anime hanno bisogno della vostra misericordia».
ENTUSIASMO - La prima visita del nuovo Pontefice in una chiesa romana ha provocato entusiasmo tra la folla. Ragazzi e ragazze che si accingevano a varcare il portone di ingresso del liceo classico Albertelli, non appena resisi conto della ressa di fotografi e operatori televisivi e della presenza quindi di forze dell'ordine hanno capito che c'era il Papa in Basilica e rapidamente si sono spostati dalla scuola per raggiungere l'ingresso laterale della Basilica. Dalle finestre delle abitazioni circostanti gente anch'essa sorpresa dal clamore vive questo momento particolare, mentre il traffico nella zona - già di per sè intenso perchè in prossimità della stazione Termini - si è fatto ancora più caotico. 
IL CONTO - Dopo aver visitato Santa Maria Maggiore, «su una delle auto della gendarmeria, senza nessun corteo, il Papa è andato alla Casa del clero di via della Scrofa dove abitava nei giorni del pre Conclave e ha pagato il conto per dare il buon esempio», ha detto il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi.
I GESTI - «Nella cappella Sistina l'atto di omaggio da parte dei cardinali, Papa Francesco lo ha ricevuto stando in piedi e senza sedersi sul seggio che era stato preparato davanti all'altare», ha riferito Lombardi. Ieri sera poi, tornando a Santa Marta, nel corso di una cena festosa dopo l'elezione a nuovo Pontefice, il Papa ha detto ai cardinali: «Che Dio vi perdoni». Poi, per tornare a Santa Marta ha detto no all'auto di ordinanza dei Pontefici scegliendo di utilizzare invece il pullmino con il quale tutti i cardinali hanno fatto ritorno nel loro albergo.
LE LINGUE E IL MOTTO - Da segnalare anche il motto episcopale di Papa Bergoglio. È una frase latina tratta dal Vangelo di Matteo «Miserando atque eligendo», che descrive l'atteggiamento di Gesù verso il pubblicano (considerato un pubblico peccatore) che «guardò con misericordia e lo scelse». Il Papa conosce cinque lingue: spagnolo (madrelingua), italiano, tedesco, francese e inglese. « Inoltre un po' di portoghese, ma è bene che se lo prepari per andare a Rio de Janeiro a luglio in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù, che si terrà in luglio».
L'IMPEGNO NELLE PERIFERIE - «Il nuovo Papa ci ha detto che l'evangelizzazione suppone zelo apostolico», ha detto il card. Fernando Filoni, commentando oggi la scelta del nuovo Papa, in un incontro nella Congregazione di Propaganda Fide, riportato da Fides. «E che bisogna uscire, andare verso chi ha bisogno, ad annunciare il Vangelo nelle periferie».

(modifica il 15 marzo 2013)© RIPRODUZIONE RISERVATA

Che cos'è google adsense?

AdSense è il più noto sistema pubblicitario online. Servizio di proprietà di Google, ha la sua funzione essenziale nel permettere al gestore di un sito web di poter efficacemente monetizzare il traffico compiuto sulle proprie pagine, consentendo guadagni sulla base delle esposizioni di annunci testuali, banner e altre forme di advertising online. Per la modalità di pagamento pay per click, per le tariffe riconosciute ai proprietari dei siti web e per la sua semplicità di utilizzo, AdSense è oggi uno dei sistemi preferiti dai webmaster di tutto il mondo, potendo inoltre contare – in aggiunta a quanto appena ricordato - su ottimali possibilità di personalizzazione degli annunci sulla base del layout e delle caratteristiche del proprio sito, e su un sistema di monitoraggio continuo e puntuale.
Il funzionamento di AdSense è davvero molto semplice. Una volta iscritti al programma (l’iscrizione ad AdSense è completamente gratuita e non è soggetta a durata predeterminata), sarà possibile definire le principali caratteristiche di fruizione del servizio, e – ottenuto il codice javascript da incorporare nelle pagine web oggetto di destinazione dei contenuti promozionali - scegliere di conseguenza in che posizione si desidera procedere con la pubblicazione degli annunci. Grazie alla presenza di una vasta gamma di platee di inserzionisti, e all’applicazione di un meccanismo che tende a privilegiare coloro che prevedono pagamenti maggiori per i propri spazi pubblicitari, AdSense sarà in grado di riservare al cliente utilizzatore una remunerazione molto competitiva in relazione a quella proposta da altri servizi similari.
Sicuramente utile per l’omogeneità del proprio sito è inoltre l’efficiente opzione di targeting. Grazie a tale impostazione, AdSense pubblicherà sulla pagina del proprio cliente solo ed unicamente gli annunci correlati ai contenuti del sito, evitando pertanto delle sostanziali differenze tra la tematica trattata nelle pagine del proprio portale, e il contenuto degli annunci che appariranno sullo stesso. Gli inserzionisti potranno inoltre approfondire le possibilità di targeting arrivando a scegliere il sito destinatario sulla base dei dati demografici, geografici e tanto altro ancora, giungendo in tal modo a definire un sistema di advertising settoriale molto incisivo. In merito, segnaliamo come il sistema di targeting utilizzato da AdSense sia piuttosto complesso, e analizzabile solo in parte da occhi esterni: influenzeranno il numero e la tipologia di pubblicità mostrate, infatti, una serie di determinanti aggiuntive a quelle diffusamente riportate, come ad esempio gli eventuali altri annunci già presenti nel sito, e altre informazioni disponibili sullo stesso, che possano o meno soddisfare gli interessi dell’inserzionista e del visitatore.
Ancora, è utile sottolineare come AdSense possa essere utilizzato in maniera sinergica su differenti formati. La piattaforma pubblicitaria di Google può infatti essere adottata anche per le pagine web sui cellulari, per il domain parking, per i giochi online, e non solo, permettendo così al cliente di poter gestire con un unico account il proprio eterogeneo network.
Piuttosto completa è anche la gamma di rapporti dettagliati sul rendimento del proprio sito, che permetteranno al gestore delle pagine di poter individuare le principali opportunità di incremento dei guadagni. Le relazioni puntuali sulla redditività delle pagine permetteranno così di poter individuare le entrate per giorno, intervallo di date, singola pagina, dominio o unità pubblicitaria, e discriminare i ricavi per fonte di guadagno. I rapporti di AdSense sono inoltre utilizzabili in sinergia con quelli di Analytics, altro prodotto Google, al fine di completare la profondità delle osservazioni effettuabili sulle proprie pagine.
Ma da dove provengono gli annunci di AdSense? La risposta è semplice: la stessa società titolare del più noto motore di ricerca del mondo ha contemporaneamente avviato un altro programma destinato alle aziende che vogliono farsi pubblicità online, denominato AdWords. Su AdWords, pertanto, gli investitori potranno acquistare delle vere e proprie campagne pubblicitarie, scegliendo se rendere disponibile il proprio annuncio anche all’interno del circuito di esposizioni di AdSense.
Prima dell’apertura di un account AdSense, e pertanto prima di iniziare a pubblicare il codice sulle proprie pagine, vi invitiamo ovviamente a prendere visione del regolamento del servizio di Google. Si tratta di un documento piuttosto ampio, la cui lettura preventiva è caldamente consigliata, poiché l’inosservanza di uno o più punti del programma potrebbe comportare serie di problematiche, fino a giungere alla disattivazione dell’account con allontanamento definitivo e permanente dal circuito. Vi suggeriamo pertanto, a tal fine, di soffermare la lettura soprattutto sui punti relativi ai clic non validi, all’incentivazione dei clic, alle norme sui contenuti, al materiale protetto da copyright e al complessivo funzionamento degli annunci.



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giovedì 14 marzo 2013

Francesco rifiuta mozzetta e gioielli "Voglio soltanto la mia croce di ferro"

Papa da nemmeno 24 ore e già emergono le prime indiscrezioni che la dicono lunga sul carattere di Papa Francesco, il gesuita argentino eletto ieri sera al quinto scrutinio successore di Benedetto XVI.
Due tratti, su tutti, emergono con forza fin dai primissimi atti successivi all'accettazione e alla scelta del nome, la semplicità e la decisione. Non appena condotto nella stanza delle Lacrime, infatti, la sala dove il neo Pontefice abbandona una volta per tutte la talare rossa da cardinale per indossare la veste bianca da Pontefice, c'è stato, secondo quanto si apprende, quasi un braccio di ferro con il Maestro delle Celebrazioni liturgiche, mons. Guido Marini. Il quale ha proposto al neo Papa di indossare, sopra la veste bianca, la mozzetta di velluto rosso bordata di ermellino e la croce d'oro. "Questa la mette lei", avrebbe detto Papa Francesco con piglio deciso, "io mi tengo questa, la croce di quando sono divenuto vescovo, una croce di ferro". Una scena simile si è ripetuta questa mattina presto, mentre Papa Bergoglio si accingeva a raggiungere la basilica di Santa Maria Maggiore, luogo di culto mariano, dove ha voluto compiere una preghiera per ringraziare la Madonna. "Lasciate la basilica aperta", ha chiesto ai suoi collaboratori. "Sono un pellegrino e voglio andare a pregare da pellegrino tra gli altri pellegrini", ha aggiunto. Insofferente, Papa Francesco si è dimostrato subito anche alle rigide misure di sicurezza. "Non mi servono le guardie, non sono un indifeso", ha protestato. Parole però, in questo caso, ovviamente vane. L'era di un Papa che possa andare in giro liberamente per le vie di Roma e magari essere avvicinato dalla gente non è ancora arrivata. Tuttavia, se queste sono le premesse, molto c'è da aspettarsi in quanto a sorprese dal primo Pontefice sudamericano della storia. Intanto, questa mattina, Papa Francesco si è dovuto accontentare di una visita privata a Santa Maria Maggiore, basilica a cui è dovuto accedere da un ingresso laterale. In futuro, chissà che non lasci avvicinare a sé qualche fedele.


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Papa Francesco e l'orgoglio dei piemontesi

ASTI - ''Portiamo lo stesso cognome. E se si ricostruira' l'albero genealogico avremo la certezza di essere cugini''.
Non c'e' confine all'emozione di Roberta Bergoglio, da Portacomaro Stazione, frazione di Asti. La famiglia di papa Francesco e' originaria proprio di questo fazzoletto di terra: una delle tante famiglie che nell'Ottocento lasciarono il Piemonte e partivano per le lontane Americhe, verso ''la fine del mondo'', come ha detto il nuovo pontefice affacciandosi su piazza San Pietro, in cerca di fortuna. Ad Asti, la patria dei santi sociali, da don Bosco a San Giuseppe Marello e Giuseppe Cafasso, le campane suonano a distesa. Il sindaco, Fabrizio Brignolo, a febbraio aveva invitato in citta' l'allora cardinal Bergoglio.
''Quell'invito - dice ora - resta valido, ma poiche' ci rendiamo conto della quantita' dei suoi impegni, sara' una nostra delegazione ad andare in Vaticano''. Papa Francesco non ha mai dimenticato le sue origini piemontesi. Ne parla in un libro-intervista pubblicato nel 2010, spiegando che il padre ''era di Portacomaro'', paese in cui i suoi avi comprarono l'unica casa esistente nella prima meta' dell'Ottocento e poi costruirono le altre. La madre, invece, era ''di Buenos Aires con sangue piemontese e genovese''. Nel 2005, in occasione del conclave che innalzo' al soglio Benedetto XVI sali' a Bricco Marmorito di Portacomaro Stazione (il nome completo di questa localita'), e si porto' in Argentina un piccolo sacchetto di terra. ''Quella volta - racconta Delmo Bergoglio, cugino di terzo grado - non ero in casa e non lo incontrai. Qui siamo in tre o quattro parenti, e abbiamo anche un nipotino che si chiama proprio Francesco. Ci organizzeremo per andarlo a trovare. E mi piacerebbe che fosse una visita privata. Avere un parente papa? Figuratevi, e' una bellissima emozione. Mi sa che questa notte non dormiro' piu' di tanto''.
Pare che le origini astigiane di Bergoglio siano certificate dagli atti conservati negli archivi del Comune di Asti. Lo studioso Giancarlo Libert ha ricostruito che nella prima meta' dell'XIX secolo fu un avo del pontefice ad acquistare da un ebreo l'unica casa all'epoca esistente a Portacomaro, dove poi i Bergoglio costruirono le abitazioni in cui oggi vivono i loro discendenti. Lo 'scoop' viene rivendicato con orgoglio sul web. ''Il papa e' delle mie parti'', twitta Nicola. ''Segnatevi questo paese perche' diventera' famoso'', gli fa eco Luca. ''Dopo il Ruche' un'altra bella notizia da Portacomaro'', scherza un quarto citando il pregiato vinello locale. Alle congregazioni generali hanno preso parte altri due astigiani. Il cardinale Angelo Sodano, segretario di Stato emerito. Ed e' astigiano di adozione anche il cardinale Severino Poletto, arcivescovo emerito di Torino, il secondo piu' anziano tra i porporati elettori dal momento che la prossima settimana compira' 80 anni. L'idea di un ''papa piemontese'' ha conquistato tutti. Il presidente del consiglio regionale, Valerio Cattaneo, ricorda che l'ultimo fu San Pio V, 450 anni fa, e afferma che l'elezione di Bergoglio e' ''un riconoscimento alla grande epopea dell'emigrazione piemontese nel mondo, che ha portato in Argentina e in altri Paesi l'operosita', l'impegno e la fede che ha sempre sorretto nel nostre comunita'''.
''Evviva il Papa!'', gli fa eco il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota. ''Le piu' sincere e sentite congratulazioni a Francesco I - aggiunge -. Da parte di tutti i piemontesi, desidero testimoniargli tutta la gioia e la speranza per la sua elezione e l'orgoglio per le sue origini piemontesi''.

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Alessandro Pess manda un messaggio alla sua ex fidanzata tramite facebook

Come vi abbiamo già raccontato giorni fa, dalle anticipazioni di Uomini e Donne emerse sul sito ufficiale di Maria De Filippi, il neo tronista Alessandro Pess ha deciso di abbandonare il trono perché ancora innamorato della sua ex fidanzata.
Al momento non è ancora nota l’identità di questa ragazza al quale l’attore si sente ancora fortemente legato, un legame che non gli ha consentito di andare avanti, di continuare la ricerca di una nuova compagna.
Alcuni rumors sostengono si tratti della modella Nina Senicar, ma, come detto, al momento sono solo “voci di corridoio” non confermate.
Nonostante abbia rinunciato al trono, Alessandro continua con le sue serate che gli consentono di incontrare le sue fans dal vivo, di farsi conoscere ancora di più nonostante la lontananza dalle telecamere. Alle donne che lo acclamano e alla misteriosa ragazza è dedicato il suo ultimo messaggio lasciato ieri sulla sua pagina facebook ufficiale:
“Le serate sono una soddisfazione dell’affetto delle persone che hanno un’idea ed un pensiero uguale al tuo. Che ti seguono da sempre… dai tuoi piccoli passi ad oggi sanno cose di te che forse neanche tu ricordavi.. che ti chiedono ma il tuo amore.. cosa pensi tu dell’amore….. ma oggi vi dico che l’amore va conquistato e riconquistato giorno per giorno…. ed è per questo che il mio me lo riprendo perchè quando senti un cazzotto nello stomaco… quel macigno dentro che ti perseguita e pensi che da un momento all’altro possa uscire un vulcano.. sai che ormai ci sei dentro e non ne puoi far a meno!!!!….. che succederà quando i nostri sguardi si rincroceranno, quando le mani inizieranno a sudare… e quando tutti i ricordi ritorneranno fuori…. quando risentirò il tuo profumo, la tua pelle… non manca tanto….. a noi due!!!”


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La Bella e la Bestia - streaming

La storia è quella della ragazza che scopre la bellezza del principe-bestia perché riesce ad andare oltre le apparenze.Tanto tempo fa, un principe molto egoista viveva agiatamente nel suo palazzo. Un giorno, durante un temporale, una vecchietta bussò al portone per chiedere rifugio offrendo una rosa come pagamento ma il principe la cacciò sgarbatamente.
Questo fu un grande errore: la vecchietta in realtà era una fata che lo stava mettendo alla prova.. lo punì trasformandolo in una creatura mostruosa! Tutto il castello pagò le conseguenze e ogni suo abitante fu trasformato in un curioso personaggio! Solo se avesse scoperto l’amore e se fosse stato capace di farsi amare entro il suo ventunesimo compleanno, il principe avrebbe spezzato l’incantesimo. Per anni nulla cambio’ ed il principe restò isolato da tutto e tutti.
In un paesino vicino, vive Belle, una ragazza bellissima , intelligente (appassionata di libri), sognatrice. Gaston, un rozzo bullo del paese,decide di farla diventare sua moglie anche se Belle non è consenziente ; questo perché anche se il ragazzo è di bell' aspetto,oltre l’immagine vi è ben poco!
Il papà di Belle, Maurice, (inventore) deve portare una sua invenzione alla fiera e quindi parte attraversando il bosco. Purtroppo si perde e viene attaccato dai lupi! Cerca rifugio in un castello sconosciuto e qui, incontra strane creature come l’orologio Tockins, la teiera Mrs Bric, il candelabro Lumiere, tutti dotati di parola ed intelletto e tanta simpatia. Ma la Bestia, padrone del castello, lo rende suo prigioniero. Belle riesce a trovare suo padre e convince la Bestia ad imprigionare lei al suo posto.
Lentamente le cose cambiano, la ragazza da prigioniera inizia ad essere trattata come un ospite : al castello tutti iniziano a sperare che l’incantesimo possa essere spezzato!
La Bestia inizia a mostrare il suo lato umano e decide di liberare Belle per permetterle di tornare da suo padre che è ammalato ma Gaston si intromette nella storia e convince tutto il paese a dare la caccia a questa orribile e pericolosa creatura. C’è una vera battaglia : i piccoli abitanti del castello, lottano con tanto coraggio ! Gaston trova la Bestia inerte, triste per la mancanza della sua adorata Belle… ucciderla sarebbe un gioca da ragazzi per Gaston. Solo il ritorno di Belle al castello, riaccende la forza nella Bestia che inizia a lottare per difendersi; i due si affrontano sul tetto e la grande forza della Bestia ,lo porta alla vittoria! Il suo cuore umano , gli impedisce di uccidere Gaston : addirittura lo salva non facendolo precipitare dal tetto! Ma il vile Gaston lo ferisce con un pugnale e quindi è la Bestia a precipitare….Belle è disperata perché la Bestia giace in fin di vita. Le ultime parole che riesce a dedicare alla Bestia sono : “io ti amo..” ed inizia a piangere sul suo petto.
La Bestia si solleva avvolta da una luce e si trasforma : l’incantesimo è spezzato!l ora è di nuovo un uomo , migliore di prima perché ha imparato ad amare!



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mercoledì 13 marzo 2013

Eletto nuovo Papa, la folla esplode a San Pietro: campane a festa

ROMA - Il nuovo Papa è l'argentino Jorge Mario Bergoglio: si chiamerà Francesco I. Una piazza San Pietro festante e gioiosa ha salutato la fumata bianca del Conclave ed è esplosa in un boato non appena il Pontefice si è affacciato. Poco dopo è stato suonato l'inno argentino.

«Semplice, alla mano, spontaneo e disponibile» sono queste le prime impressioni di molti dei fedeli a piazza San Pietro sul pontefice Francesco I. Ma la cosa che ha più convinto la maggioranza dei fedeli è che è un «bellissimo segnale che abbia scelto di rifarsi a San Francesco». Per molti questo vuol dire «che la Chiesa ha scelto di occuparsi dei poveri, dei semplici, degli umili e soprattutto degli ultimi». Infine, tanti fedeli sono contenti che i cardinali hanno scelto «di dare importanza ai Paesi latinoamericani».

I fedeli sono assiepati in una piazza gremita, le campane hanno suonato a festa. Si parla di almeno 100 mila persone in piazza, forse anche di più, e sono arrivati da tutte le parti correndo per via della Conciliazione appena è arrivata la fumata bianca quando la gente gridava «Viva il Papa», «Viva il Papa». Hanno suonato a distesa le campane di San Pietro per festeggiare l'elezione del nuovo Pontefice.

Turisti argentini in piazza. «Non riusciamo a crederci, è un'emozione immensa e proprio non ce l'aspettavamo», commenta una famiglia di Buenos Aires. «Quando hanno prconunciato il nome, abbiamo dovuto chiamare in Argentina per avere conferma». E di grande emozione parla anche una ragazza ventisettenne. «Mi trovo a Roma in vacanza ed è una emozione enorme vivere questo momento storico per l'Argentina e per tutto il Sudamerica. Credo che il nome di Francesco che ha scelto rifletta la sua umiltà». Ma che cosa sta succendendo in Argentina? «Credo che tutto il Paese starà festeggiando, nessuno avrebbe scommesso sul nome di Bergoglio». Intanto, a piazza San Pietro non accennano a diminuire le manifestazione di entusiasmo da parte dei sudamericani.

La folla, prima dell'annuncio che ha proclamato Papa Bergoglio, ha intonato a gran voce l'Inno di Mameli, seguendo la parata delle bande militari che stanno sfilando sulla piazza.

Sventolano le bandiere di tutti i continenti, in piazza San Pietro. Accanto al tricolore italiano e al vessillo bianco e giallo del Vaticano, garriscono al vento le bandiere di ogni parte del mondo: dalle stelle e strisce degli Usa al tricolore francese, dalla bandiera romena a quella polacca; tante le bandiere sventolate da spagnoli, argentini e brasiliani e persino da turisti giunti dall'Australia.

In piazza era partito il toto papa, dopo l'entusiasmo per la fumata bianca.

I-Pad, telefonini e telecamere per immortalare l'elezione del nuovo pontefice. Le persone hanno invaso via della Conciliazione. Appena le campane della basilica hanno iniziato a suonare in concomitanza della fumata bianca, da via della Conciliazione ma anche da Via Gregorio VII e via delle Fornaci in tanti sono corsi in piazza.

L'entrata in piazza San Pietro della banda e delle guardie svizzere ha suscitato un lungo applauso da parte dei fedeli che sono saliti sul sagrato. Con questo ingresso, la piazza ha smesso canti e balli e si sta sempre più assiepando vicino alla basilica.

Durante l'elezione è stato chiuso Ponte Vittorio, le linee bus provenienti da corso Vittorio/Clodio/Prati sono deviate sul lungotevere. Poi in serata la riapertura.

I testimoni: stiamo vivendo la Storia. «Ciao papà, 'ndo stò? Sto in mezzo alla storia», un giovane al telefono in piazza. Accanto a lui una coppia: «Tesoro, questo sarà il nostro Papa», per loro il successore di Benedetto XVI è quasi il testimone di una promessa d'amore. E poi: «Chiudete gli ombrelli che qui non piove stasera». Sono le voci della piazza che aspettava la grande finestra incorniciata dal drappo rosso si apra e dalla loggia si affacci il nuovo Pontefice.

Dalle strade limitrofe la gente continuava ad arrivare in piazza. Al rintocco delle campane che annunciavano l'elezione la gente di corsa ha cercato di raggiungere la piazza per vedere l'ultimo sbuffo bianco del comigliolo della cappella Sistina. Anche persone anziane hanno scavalcato le transenne.

In piazza anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno
: «Il fatto che il conclave sia stato così breve è un segno di speranza per tutti». «La macchina organizzativa di Roma ha retto - ha aggiunto - Adesso la sfida sarà per l'intronizzazione per la quale si parla di martedì invece che di domenica: aspettiamo per sapere la data precisa».



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