martedì 16 aprile 2013

Boston, bombe sulla maratona: tre morti Tra le vittime bimbo di 8 anni, aspettava il papà

BOSTON - Tre vittime, tra cui un bambino di 8 anni, e oltre 140 feriti, di cui almeno 19 gravi. Oltre 10 le amputazioni. Si aggrava così il bilancio della tragedia alla maratona di Boston che ha fatto ripiombare gli Stati Uniti nell'incubo terrorista. Al momento, ma la prudenza è d'obbligo, nessun italiano risulta tra i feriti. Sulle tv americane vengono trasmessi in maniera ossessiva i tanti video delle due esplosioni a 12 secondi di distanza.
Quindi le grida della gente in preda al panico e il sangue sulla strada. Scene forti che gettano un Paese intero nell'angoscia, in uno stato di choc. La foto di un podista di 78 anni scaraventato a terra dallo spostamento d'area a pochi metri dallo scoppio è già diventata l'immagine simbolo, l'icona di questa tragedia. Intanto il lavoro degli inquirenti è a tutto campo.
Nessuna pista viene esclusa. Così come affermato da Barack Obama, non si conosce ancora la matrice dell'attentato: se esterna, legata al fondamentalismo islamico, o interna, legata ad estremisti come quelli che il 19 aprile del 1995 fecero saltare in aria un edificio federale ad Oklahoma City, provocando 168 morti e 680 feriti. Alla guida delle operazioni gli agenti del Fbi, che in una breve conferenza stampa hanno ribadito come siano in corso «indagini criminali, potenzialmente nell'ambito del terrorismo».
Mentre si sta passando al setaccio ogni foto, ogni fotogramma delle telecamere a circuito chiuso della zona, trapela la notizia che ci sarebbero alcune immagini di un sospetto vestito di nero, con due zainetti sulle spalle. Inoltre, si sta dando la caccia a un furgone preso a noleggio che è stato visto entrare nella strada della corsa appena prima dello scoppio, e poi scappare via.
Pare che i due ordigni, artigianali, pieni di cuscinetti a sfera, siano stati posti dentro alcuni cestini della spazzatura lungo il marciapiede e siano stati fatti esplodere con un telecomando a distanza. Si era anche sparsa la notizia del ritrovamento di altri cinque ordigni inesplosi, oltre alle tre bombe che fortunatamente non sono scoppiate e fatte brillare dagli artificieri. Ma più tardi gli inquirenti hanno fatto sapere che non si trattava di dispositivi esplosivi.
Smentita anche l'indiscrezione secondo cui gli agenti avrebbero già fermato un giovane saudita. Piuttosto, la polizia di Boston sta interrogando una 'persona d'interessè, un giovane straniero negli States con visto studentesco, rimasto ustionato dall'esplosione. Ma sempre gli inquirenti sottolineano che non si tratta di un 'sospettò.

CITTA' BLINDATA Il governatore del Massachusetts Deval Patrick lo ha detto chiaramente: «Boston resta una città aperta, ma blindata». E le strade della città nelle prime ore della notte rispecchiano perfettamente la definizione. In giro ci sono molte auto della polizia e ben pochi passanti, che si guardano con sospetto mentre camminano veloci, mentre nel cielo ronzano continuamente degli elicotteri. Un cielo dichiarato 'no fly zonè dalla Agenzia federale per l'aviazione civile, che ha anche disposto la chiusura dell'aeroporto internazionale di Logan mentre la pista di atterraggio e decollo viene riconfigurata.
Alla stazione ferroviaria i viaggiatori sono ben pochi, e un messaggio diffuso dagli altoparlanti continua a sollecitare chiunque veda un pacco «sospetto» di segnalarlo al più vicino agente di polizia. Solo attorno alla Copley Square, dove sono esplose le bombe che hanno gettato nel terrore la città e il Paese, c'è un pò di gente, in gran parte giornalisti, tenuti a distanza da un fitto cordone di agenti. Tutto intorno c'è un silenzio innaturale. Rotto solo dalle sirene di auto della polizia e dai generatori dei furgoni di appoggio delle grandi emittenti tv, con le antenne satellitari sul tetto. E in lontananza, si vede 'la scena del criminè. S
i estende su un raggio di almeno tre isolati ed è illuminata a giorno dalle luci della polizia e dell'Fbi, che stanno setacciando palmo a palmo tutta la zona alla ricerca della 'firmà degli attentatori. Ed è sigillata da una rete di nastro giallo e dalle transenne che erano state disposte per tenere a distanza il pubblico che normalmente si assiepa sulle strade per vedere il passaggio dei maratoneti. Ad ogni angolo di strada c'è un agente, e ad ogni incrocio almeno una macchina della polizia. Ma oltre che sul posto le ricerche si allargano anche ad eventuali testimoni.
L'Fbi sta visionando le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona e ha aperto aperto un numero verde precisando che «nessuna informazione o dettaglio è troppo piccolo», nessuna foto sarà trascurata, tutto sarà considerato, «ogni pietra sarà rovesciata» alla ricerca di una pista che porti ai responsabili dell'attentato, come ha detto Richard DesLauriers, capo dell'Fbi di Boston.




FONTE: LEGGO.IT  Video:

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